Regia di George Lucas vedi scheda film
L'uomo che fuggì dal (proprio, terribile)futuro ovvero THX 1138, il nome, disumano nella sua fredda successione di sigle e numeri, del protagonista. Alienante e pessimista, l'angosciosa visione del futuro proprosta da Lucas apre scenari inquieti e inquietanti,supportata dalla libertà di immaginazione garantita dalla fantascienza. Ma in questo film siamo dalle parti di una fantascienza adulta, verosimile e quasi "profetica", non lontana da certi eccessi della realtà e dalla società odierna. Ieri come oggi la fantascienza minimalista e asettica del lungimirante George è una valida critica ai pericoli che corre l'umanità "globalizzata" e "spoetizzata" a oltranza.
Con poco, con un piccolo budget Lucas realizza il suo primo capolavoro fantascientifico, lontano anni luce dalla variopinta saga delle saghe, dallo spettacolo super-accessoriato di Star Wars. Eppure le sue due creature (un film da una parte e un'esalogia dall'altra) non stanno agli antipodi (se non per portata di produzione e atmosfere). In entrambi i casi si parla di "fuga", da un futuro alienante e da un regime totalitario verso la speranza(THX 1138), dalla noia iniziale e sempre da un regime totalitario verso una nuova repubblica (Luke Skywalker- Guerre stellari), dalle proprie paure e da una condizione jedi "castrante" (Anakin Skywalker- Star wars). Tutti i personaggi di Lucas fuggono da qualcosa (compresi i ragazzi di American Graffiti). E la fantascienza e la forza delle idee e dei contenuti restano per questo grande regista il modo migliore per parlare delle contraddizioni del presente.
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