Regia di Giorgio Bianchi vedi scheda film
Quattro episodi per quattro grossi calibri della commedia italiana anni '60. Male i primi tre, diverte l'ultimo, con Aldo Fabrizi, ma è davvero troppo poco.
Operazione furbetta di Antonio Cervi (produttore) e Giorgio Bianchi (regista) che rimettono insieme (o quasi: c'è Gino Bramieri al posto di Nino Taranto) il quartetto assemblato l'anno prima da Carlo Ludovico Bragaglia ne “I 4 monaci”. Ma questa volta è solo facciata perché in realtà i quattro non recitano insieme ma bensì in altrettanti episodi distinti, il livello dei quali è inoltre generalmente basso. Il primo vede protagonista Bramieri, dura pochissimo e diverte ancor meno. Il secondo risulta oggi datatissimo nonostante la consueta bravura di Peppino De Filippo. Davvero triste il terzo, quello con Macario, con una sceneggiatura che di comico ha davvero ben poco. Carino solo l'episodio finale, quello con Aldo Fabrizi nei panni del tassista e Gianrico Tedeschi in quelli dell'assassino fuggiasco, ma è troppo poco per salvare il film.
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