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Airport

Regia di George Seaton vedi scheda film

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La recensione su Airport

di maso
6 stelle

Le disavventure aeroportuali di un folto gruppo di personaggi raccontate con mestiere da Seaton mediante fluida tecnica narrativa ha il merito o se preferite il demerito di aver generato un certo modo di fare soap opera sviluppato da tanti registi soprattutto televisivi nei decenni successivi all'uscita di "Airport" ed anche qualche sit com ambientata in un luogo di lavoro vasto e stracolmo di caratteri diversi, tenere la telecamera incollata su di un personaggio mentre si sviluppa una trama magari lungo un chilometrico corridoio per poi lasciarlo andare indugiando su un altro nucleo tematico attraverso altri personaggi ha fatto scuola e funziona egregiamente ancora oggi, certo non mancano in questo film forzature e ingenuità come nella scena in cui si aprono le botole dei respiratori sopra le teste dei passeggeri, l'ho trovata così macchinosa e falsa che mi è sembrato di sentire pronunciare "action" prima del calare dei boccagli.
La sceneggiatura è comunque solidamente incentrata sullo sviluppo delle relazioni fra i personaggi più che sul potenziale catastrofico del folle piano di un disoccupato che si imbarca in un jumbo intercontinentale equipaggiato con una bomba che permetta a sua moglie cuoca in una squallida tavola calda di incassare l'assicurazione dopo la sua morte, questo nucleo tematico è sviluppato nel travagliato rapporto coniugale fra un bravo Van Helfin, al suo ultimo film, nel ruolo del disperato e un po folle Dom Guerrero e un'altrettanto brava Maureen Stapleton efficacissima nell'esprimere la compassione verso un buono a nulla che è comunque suo marito, tante altre storie di coppia si intrecciano all'aeroporto di Chicago a rischio di chiusura per la neve dove il pezzo grosso Lancaster si ritrova gomito a gomito con la sensuale Jean Seberg pur essendo sposato mentre il pilota Dean Martin inciucia con la hostess Jaqueline Bisset che non è la prima ad aver fatto un giro sul suo ottovolante e non dovrebbe essere l'ultima ma purtroppo non aveva indossato il paracadute ed è rimasta con la fusoliera intasata, fra questi travagliati idilli spiccano due personaggi imprescindibili ed efficacissimi ovvero il meccanico ostinato Petroni che vive a denti stretti nell'energica prova di George Kennedy e la fantastica Helen Hayes nel ruolo della viaggiatrice a scrocco di lungo corso Ada Quonsett: è uno spettacolo vedere questa attrice della vecchia scuola americana rubare la scena ad un così folto gruppo di star mettendo in mostra le sue tecniche per introdursi furtivamente in voli controllatissimi, cosa che nella realtà non credo sia possibile, ha comunque una parte importante nella vibrante sequenza in cui il dinamitardo Guerrero viene individuato e si cerca in ogni modo di privarlo della sua valigetta esplosiva, di sicuro il momento più interessante del film in cui i destini di vari personaggi si sovrappongono creando una bella suspence ad alta quota.
Il film fu un grosso successo e fece incassare un pozzo di dollari soprattutto a due superstar come Martin e Lancaster che però una volta si espresse su questa pellicola bollandola come la più grossa montagna di letame mai prodotta.

Su Helen Hayes

Bravissma! Prova di velata simpatia nell'interpretare una vecchietta capace di intrufolarsi come clandestina in qualsiasi velivolo, spesso fingendo malori e spacciandosi per qualcun altro.
Meritatissimo Oscar.

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