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24 Weeks

Regia di Anne Zohra Berrached vedi scheda film

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La recensione su 24 Weeks

di alan smithee
7 stelle

ARTEKINO FESTIVAL 2018

L'attrice comica di successo Astrid, sta vivendo un particolare periodo legato alla sua seconda gravidanza: il fisico visibilmente mutato, il pancione, le permettono di approfittare della situazione per non risparmiarsi in gags esilaranti che, tra l'altro, ottengono un vasto consenso tra il suo pubblico.

Durante il consueto esame dell'amniocentesi, il feto risulta essere positivo ad anomalie cardiache che segnalerebbero una forte probabilità che il bambino nasca con la Sindrome di Down.

Un brutto colpo per la coppia, alla quale si paventa la possibilità di un aborto tardivo, permesso in Germania anche a gravidanza così avanzata in virtù della gravità della situazione del nascituro, quando la gestazione si trova ormai alla soglia del sesto mese (le 24 settimane del titolo).

che fare? Si fa presto a dire "scegliamo di non far soffrire il bambino". Nella mente della donna si infittiscono e scontrano pensieri contraddittori ancor più che in quella del marito, sostanzialmente pronto ad accettare quella tragica, drammatica eventualità.

Il secondo film della regista tedesca Anne Zohra Berrached ha il grandissimo pregio di evitare ogni sorta di moralizzazione, concentrandosi sui fatti, anzi sui dubbi di agire verso una soluzione o la sua contraria: entrambe mezze giuste o mezze sbagliate, quando le probabilità che vengono prospettate non forniscono mai cifre esatte o tali da incoraggiare una decisione.

Alla madre, come è giusto che sia, spetterà la decisione definitiva: che sarà quella più scomoda, sconvolgente, difficile da sopportare.

Il film ha il coraggio e la tenacia di farci seguire fino in fondo le dinamiche tragiche di questa scelta, e ci fornisce nel contempo il ritratto potente e senza alcuna edulcorazione o facile sentimentalismo gratuito, di una donna leale con se stessa e con gli altri, che sceglie, coerentemente col personaggio che le ha dato fortuna e fama, di continuare a parlare di sé anche quando la drammaticità dei fatti supera ogni possibilità di commercializzazione della propria verve e spiccata, brillante personalità.

Splendido il personaggio della protagonista Astrid, reso con meravigliosa partecipazione dall'attrice Julia Jentsch: toccante, sin quasi inquietante quando il suo sguardo appuntito si dirige verso la macchina e sembra farci condividere in privato il dramma interiore che la affligge e la consuma, certa che qualsiasi decisione intrapresa, non sarà mai quella corretta in tutto e per tutto.

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