Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Cinecocomero di pessima qualità scritto e realizzato in fretta e in furia dai fratelli Vanzina. Cast formato quasi esclusivamente da attori (tanto per usare un sostantivo) giovani e sconosciuti, e gags ripetitive e stantie da latte alle ginocchia.
Cronologicamente situato a metà strada tra il passabile “Torno indietro e cambio vita” e il (quasi) dignitoso “Non si ruba a casa dei ladri”, “Miami Beach” segna il ritorno, assolutamente innecessario, dei fratelli Vanzina all'immondo livello al quale erano andati abituandoci nel corso degli ultimi 20 anni. Il film è semplicemente scritto con i piedi e realizzato con un'altra parte del corpo che non sarebbe elegante qui indicare, e non può nemmeno contare sulla verve e professionalità di gente come Salemme, Ghini o Proietti. Attori che, se non salvare 'ste commediacce, quanto meno soi sempre capace di qualche felice sussulto che vivacizzi il tutto. Qui abbiamo invece solo una pletora di giovani e fotogenici perfetti sconosciuti (e che molto probabilmente tali resteranno) e due buoni comprimari quali Max Tortora e Ricky Memphis. Quest'ultimo sta peraltro rapidamente raggiungendo la poco invidiabile forma fisica dei vari Villaggio, Abatantuono; Depardieu e via di adipe. La location esotica giova invece sì agli autori, che si fanno così una bella vacanza tutta spesata, e ai produttori, che hanno così modo di infilare lo sponsor Alitalia (che navigando nell'oro può ben permettersi tali opere di alto mecenatismo...) in qualche scena, ma non certo alla qualità del film. Tra la serie di gags, tutte stantie e di miserrima qualità, direi che porta a casa la medaglia d'oro alla peggiore quella dei ripetuti investimenti da parte della stessa pattinatrice (ispana, probabilmente presa a prestito da Pieraccioni). Il film ha incassato al botteghino meno di 700.000 euro, anche troppi con rispetto alla qualità del film, per carità, ma sicuramente non sufficienti nemmeno a coprire i costi di una produzione in trasferta USA, quindi cade anche la scusante più ovvia, quella di realizzare film del genere allo scopo di fare quattrini.
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