Regia di Pablo Larrain vedi scheda film
Ma chi è la Jackie di Larrain? O meglio cos'è? Un'icona, un'idea, un'immagine, che vive precisamente degli scarti rispetto alla vera Jackie Kennedy, la figurina scialba del jet set, cosi come il Pablo Neruda del film precedente aveva ben poco a che fare con il poeta cileno. Nelle ombre, nelle ambiguità e nella confessione lasciate a metà al sacerdote, si rivela la profondità di una figura che la Portam sa ammantare di di un 'eleganza dolente. Un po' come "La la land" quello del regista cileno finisce per essere un film sulla nostalgia, sul rimpianto di un mondo di ideali, simboleggiato dal musical "Camelot", ormai perduto nell'anelito ai muri di The Donald. Dall'urgenza di esprimere questo stato d'animo, più inconscio che consapevole, si ha l'impressione, si spiega la scelta di raccontare i giorni seguenti al funerale di JFK assassinato a Dallas nel 1963 e di fare della di lui moglie colei che simbolicamente porta la fiaccola dell'utopia di una nuova America. Cosi quello che vediamo volutamete si discosta dalla cronaca e da ciò che verosimilmente è accaduto, per mostrare la verità più vera e più nascosta dietro le apparenze, verità che peraltro non ammette i ritrattini beatificanti dei normali biopic e che non fa sconti a nessuno, anzi i miti, svelandone le origini, li smaschera nella loro fragilità. "Non siamo stati altro che bella gente" sostiente Bob Kennedy guardando sconsolato l'immagine di Lincoln.
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