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La bambolona

Regia di Franco Giraldi vedi scheda film

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La recensione su La bambolona

di LorCio
8 stelle

Un personaggio per niente scontato: un avvocato di grido, con amanti a profusione con fisici da modelle, che si invaghisce di una ragazza pienotta e non esattamente in linea con i suoi canoni di bellezza. Perché? In realtà vorrebbe solo portarsela a letto, ma il signore è più complesso di quanto voglia apparire, e alla fine, da furbo quale si presenta, ci fa la figura del fesso colossale.

 

Nelle mani di Ugo Tognazzi, l’avvocato Giulio Broggini è un mostro in borghese che rivela tutta la falsità del boom economico e del benessere sociale (quindi umano) dell’italiano medio, compromesso dalle conseguenze dei sentimenti ingestibili. Con professionalità e una naturalezza incredibili, Ugo mette a segno un ennesimo capolavoro d’attore che occupa un posto d’onore nel suo personale percorso per singolarità e rarità.

 

Dietro la macchina da presa c’è il dimenticato Franco Giraldi, che trasferisce sul grande schermo un romanzo di Alba De Céspedes, che innesta nel modello della commedia all’italiana (qui soprattutto di costume) elementi inattesi (le proiezioni oniriche di Giulio al cospetto del potentissimo zio della sua amata, alto dirigente del Ministero dell’Interno, con un ambiguissimo rapporto con la nipote) e un tono tutt’altro che banale.

 

La bambolona è una convincente Isabella Rey, qui figlia di due caratteristi infallibili come Lilla Brignone e Corrado Sonni e con una metamorfosi finale da mani nei capelli. Un film poco capito, da recuperare subito.

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