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Spie come noi

Regia di John Landis vedi scheda film

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La recensione su Spie come noi

di degoffro
6 stelle

Primi segni di stanchezza per John Landis: il grande regista di "Animal House", "The Blues Brothers" e "Una poltrona per due" alle prese con una presa in giro del folle e testardo militarismo americano (satira quanto meno attuale e sempre necessaria) non riesce a pungere e a colpire nel segno come nei suoi più celebri capolavori. Forse a causa di una sceneggiatura piuttosto monotona, ripetitiva, pasticciata e decisamente infantile firmata tra gli altri da Dan Aykroyd: due imbecilli vengono ingaggiati dal Pentagono per sviare i russi su alcune operazioni americane dirette a testare lo scudo nucleare: ovviamente si dimostreranno più abili delle vere spie. L'idea di base è scontata e banale e Landis non riesce a conferire al film un ritmo brillante: tutto scorre in modo convenzionale, senza colpi d'ala e soprattutto, cosa ben più grave, senza far mai davvero ridere, obiettivo principale, se non unico, di film come questo. Certo ci sono alcune sequenze simpatiche, come quella dell'esame di ammissione, quella in cui i due protagonisti atterrano in Pakistan, il loro lungo addestramento, dove si rivelano dei veri inetti, quella in cui devono eseguire un'appendicectomia, ma sembrano episodi isolati inseriti in un contesto noioso, stanco e del tutto svogliato. Aykroyd e Chase sono anche efficaci, ma la loro comicità appare piuttosto superata e risaputa, mai davvero cattiva o intelligente. Siamo ben lontani dai vertici del demenziale di cui Landis è stato uno degli indiscussi maestri: "Spie come noi" è un'operina innocua, molto semplice, statica e facilmente dimenticabile, come purtroppo sarà la gran parte dei film successivi di Landis. Unico colpo di genio, degno del vero Landis, è il finale, quando i nostri, divenuti ormai eroi internazionali tali da gestire le sorti del mondo, fanno credere ai numerosi giornalisti, curiosi di sapere come procedano le trattative tra Usa e Urss, di essere alle prese con incontri molto lunghi, laboriosi e difficili, mentre in realtà si stanno dividendo il mondo giocando a Risiko: idea semplicemente formidabile e folgorante, nonché assai inquietante, anche perché per nulla lontana dalla realtà. Da ricordare che, come sempre con Landis, fanno brevi apparizioni i registi Michael Apted, Costa-Gavras, Joel Coen, Martin Brest, Bob Swaim, Terry Gilliam e il vecchio capo dei trucchi Ray Harryhausen.
Voto: 5 e mezzo

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