Regia di Alessandro Gassman vedi scheda film
Documentario sulla tragica situazione in Siria, dove nel 2015, dopo 5 anni di guerra, su 22 milioni di abitanti ben 4 milioni sono fuggiti, 400mila sono morti e 7 milioni risultano sfollati.
Le cifre impressionanti che la didascalia di chiusura snocciola impietosamente - sulle spettrali musiche di Pivio e Aldo De Scalzi - fanno rabbrividire; ma in effetti dopo oltre 40 minuti di visione di Torn - Strappati lo spettatore è ormai pronto a tutto. Opera seconda di Alessandro Gassman dietro la macchina da presa, ma prima nel campo del documentario, questa pellicola nasce dall'esigenza dell'attore-regista di raccontare la sua esperienza nelle vesti di ambasciatore dell'UNHCR, ovvero l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Un tema abusato dai telegiornali e dall'informazione in generale, quello dei rifugiati, viene qui proposto con molta intelligenza da un punto di vista sostanzialmente inedito e meno frivolo di quanto in apparenza si possa supporre: quello degli artisti. Perchè la memoria di una nazione passa anche e soprattutto attraverso di loro ed è quindi legittimo chiedersi cosa rimarrà della Siria dopo che quasi metà della sua popolazione è stata costretta ad andarsene o a ricominciare una vita in continua fuga dal pericolo; Gassman - che compare anche in prima persona, come intervistatore - ne parla con una manciata di musicisti, scrittori, pittori locali, a quel momento rifugiati fra Giordania e Libano. Il risultato è un film per quanto possibile originale nei toni e negli argomenti, che sa sorprendere sia pure parli fondamentalmente di tragedie cui i media hanno ormai abituato i nostri occhi e le nostre orecchie, contribuendo a minimizzarle o addirittura nasconderle. Ben fatto. 6,5/10.
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