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I Magnifici Sette

Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film

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La recensione su I Magnifici Sette

di will kane
6 stelle

La strana (e un pò preoccupante.... scarsità di idee?) tendenza a rifare filmoni hollywoodiani del periodo tra i Cinquanta ed i Sessanta sta prendendo campo, anche se gli incassi, per ora, non danno ragione ai produttori di remakes: abbiamo rivisto "I dieci comandamenti" divenuto "Exodus" di Ridley Scott, sono attualmente in programmazione "Ben-Hur" del russo Timur Bekmamentov e "I magnifici sette" diretto da Antoine Fuqua, e in fase di preproduzione "20.000 leghe sotto i mari" che verrà realizzato da Bryan Synger. Come è risaputo, già il western con Yul Brinner e Steve McQueen era un rifacimento de "I sette samurai" di Kurosawa, e cinquantasei anni dopo, il canovaccio è il medesimo: una comunità di contadini, tiranneggiata da un uomo potente e violento, chiede aiuto a sette pistoleros che sembrano male assortiti, ma insegneranno ai sobillati come rivoltarsi, e prenderanno parte alla resa dei conti, presi da un sentimento di riscatto. Rispetto al film del '60 ci sono dei cambiamenti, come la multietnicità della posse di giustizieri, capeggiata da un afroamericano, e composta anche da un asiatico, un pellerossa ed un messicano, e una vendetta segreta che verrà rivelata solo nell'ultimissimo duello: a dirlo chiaro e tondo, Antoine Fuqua non è John Sturges, regista considerato un buon artigiano, ma in realtà autore di alcuni dei più bei film d'azione dell'epoca ( suoi anche, tanto per dire, "Giorno maledetto" con Spencer Tracy uomo con un braccio solo a vendicare l'onore di un giapponese ucciso a tradimento dai suoi compaesani, e "La grande fuga"). Fuqua è un regista abile nelle scene action, ma con diversi alti e bassi nella narrazione: probabilmente non diventerà un altro classico, ma va ammesso che la sua versione de "I magnifici 7" ha difetti, come qua e là un sentore di preconfezionato, soprattutto nelle scene ambientate nel paese, e che dallo sceneggiatore di "True detective", Nic Pizzolatto, ci si aspettava forse qualcosa di più nei dialoghi, ma siamo alle prese con un film che, quando serve, carica l'atmosfera western a dovere. E gli scontri, in  una chiave molto spettacolare, sono tirati e graficamente impeccabili, mentre, per quel che riguarda gli interpreti, spiccano il carisma di Washington, la baldanza di Pratt, e la nevrosi di Hawke.

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