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Belli di papà

Regia di Guido Chiesa vedi scheda film

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La recensione su Belli di papà

di Furetto60
6 stelle

Discreta commedia agrodolce. Remake di un film messicano. Superlativo Abatantuono.

Vincenzo Liuzzi  è un ricco imprenditore pugliese, che ha fatto fortuna in quel di Milano. Sua moglie è morta da qualche anno e i suoi tre giovani figli, sono cresciuti privi dell'educazione materna e anche senza precisi precetti da parte del padre. Matteo il primogenito,è perso in  idee tanto "strepitose" quanto inconcludenti,Chiara  fa vita mondana,frequenta  locali alla moda e si intrattiene con Loris,PR di ristoranti trendy e Andrea, iscritto a filosofia non da esami,ma si occupa di circuire donne più grandi, insomma ragazzi vissuti nella bambagia,con tanti privilegi, sensa alcun senso di responsabilità,con una quotidianità leggera,viziati e adagiati su una vita facile  e senza alcun bisogno di guadagnarsi la pagnotta. Vincenzo allo scopo di riportarli con i piedi per terra,architetta una fantasiosa messinscena,con cui fa credere ai ?gli che l'azienda di famiglia sta fallendo per bancarotta fraudolenta e loro sono  perciò costretti ad un’improvvisa fuga,andando ad abitare in una vecchia e ormai fatiscente casa di famiglia, sita in un piccolo paese, in Puglia. Per sopravvivere,in una situazione siffatta, Chiara, Matteo e Andrea dovranno rimboccarsi le maniche e  cominciare a  lavorare,cosi Chiara si improvviserà cameriera nel ristorante dove lavora un certo Rocco, un suo vecchio spasimante, Matteo dovrà prestare la sua opera in una ditta sgomberi e Andrea s'inventerà un lavoro di rappresentante porta a porta per una crema dimagrante alla melma scozzese. 

Ispirandosi, alla lontana, ad un film messicano di grande successo in patria "Nosotros los nobles"di Gary Alazraki,Giovanni Bugnetti e Guido Chiesa hanno intessuto una storia ,tutto sommato divertente, per una  commedia condita di intrighi ed equivoci,sul filo di un agro-dolce umorismo sociale, sfruttando appieno la gestualità e le multiformi risorse attoriali di Diego Abatantuono.Il regista cuce con brillantezza i percorsi di personaggi,che all’inizio sono in crisi e in contrasto e poi via via sempre più capaci di conoscersi,di dialogare e perfino di collaborare.  .
La tesi di fondo è che i giovani devono guadagnarsi con i propri mezzi i loro agi,per non vivere di rendita ed essere capaci di costruire autonomamente il proprio futuro.Idea di base dunque molto felice,anche se la sceneggiatura qua e là, mostra qualche lacuna. Eccellente la prova di Abatantuono e ottima quella di Catania,Facchinetti se la cava egregiamente

Nel complesso è un film piacevole,ma non indimenticabile.

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