Espandi menu
cerca
Coup de chaud

Regia di Raphaël Jacoulot vedi scheda film

Recensioni

L'autore

pippus

pippus

Iscritto dal 25 novembre 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 149
  • Post 5
  • Recensioni 129
  • Playlist 2
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Coup de chaud

di pippus
8 stelle

33 TFF

Non avevo avuto modo di conoscere il viso del giovane Karim Leklou prima della visione di questo bel film al 33TFF per cui, al termine della proiezione, il mio dubbio continuava a vertere sulle eccezionali capacità interpretative di tale personaggio. Non mi era chiaro se Josef fosse un vero borderline chiamato a recitare una parte a lui congeniale (alla stregua delle ottime performances ottenute in tempi recenti da veri portatori della trisomia 21 nell’interpretare se stessi) oppure, all’opposto, di una prova attoriale talmente in stato di grazia da indurre un simile dubbio nello spettatore. Di li a poco il quesito trovava una risposta che, in compenso, destava  un’altra perplessità: se è così semplice e fuorviante apparire ciò che non si è, se si è così facilmente indotti a un giudizio troppo spesso dettato dai classici luoghi comuni - quali quelli ricercati con rara maestria e competenza dal regista Raphael Jacoulot in questa sua terza opera - verrebbe spontaneo chiedersi quale potrebbe essere la reale e obiettiva valenza delle opinioni troppo spesso filtrate dai pregiudizi inevitabilmente presenti in ogni contesto ma, elettivamente, in QUESTO tipo di contesto, diffuso e consueto non solo nelle zone rurali e nelle campagne della Francia meridionale, ma altresì, lo posso affermare per esperienza personale, nelle comunità dei piccoli centri agricoli delle Prealpi e della pianura padana, oltreché, probabilmente, da qualsiasi parte ove la realtà quotidiana si possa facilmente rispecchiare in quella teatro della vicenda narrata. 

Karim Leklou

Coup de chaud (2015): Karim Leklou

Questo noir/drammatico conferma l’esperieza d’oltralpe nell’ottenere validi risultati con mezzi e budget modesti avvalendosi di una valida sceneggiatura (a quanto pare sulla falsariga di fatti realmente accaduti) supportata da un buon cast di attori. Tra questi spiccano, oltre al citato e bravissimo Leklou nei panni di Josef, il conosciuto Jean Pierre Darroussin, Gregory Gadebois e Carol Franck.

Il regista riesce a ricreare un microcosmo umano tanto variegato quanto verosimile in tali contesti. La comunità del piccolo centro rurale vede la saggia figura del veterinario/sindaco (Darroussin), nel corso della torrida estate a sfondo della vicenda, ricorrere ad abili ed equilibrati interventi per attenuare gli attriti che sembrano consolidarsi tra la figura di Josef e gli altri concittadini che in lui vedono la causa di vere o presunte problematiche. Josef fa parte di una famiglia gitana che, purtroppo, non è di aiuto al suo ritardo mentale. Il ragazzo avrebbe bisogno di un valido supporto terapeutico presso una struttura specializzata, invece trascorre le giornate girando per il piccolo centro a bordo di una rumorosa automobilina per disabili cercando di attrarre un po’ di attenzione con lo stereo a tutto volume. Negli ultimi periodi, tra l'altro, si va accentuando maggiormente il suo disagio dettato da quelle che sono le normali pulsioni dell'adolescenza e, oltre a questo, Josef si fa notare in quanto autore di piccoli furti finalizzati all’aiuto familiare (sopravvivono raccogliendo rottami di ferro e oggetti vari) oltreché per i maldestri tentativi atti a sedurre ingenuamente la ragazzina carina di cui si è invaghito. Stoltamente gli spavaldi  amici di quest’ultima, deridendolo e schernendolo, aumentano in lui quella frustrazione che troverà un primo epilogo nel tentativo di aggressione in casa dell’anziana signora diventata oggetto delle sue malate fantasie. Quest'ultimo episodio, purtroppo, accentuerà nella piccola comunità la tendenza a individuare in lui il capro espiatorio di ogni problema, compreso il furto (di cui Josef non è assolutamente responsabile ) di una pompa per l’irrigazione acquistata collettivamente per ovviare alla persistente siccità.

Jean-Pierre Darroussin, Carole Franck

Coup de chaud (2015): Jean-Pierre Darroussin, Carole Franck

Queste sono le premesse che suggeriscono allo spettatore Il potenziale evolversi della vicenda. Progressivamente Jacoulot ci permette un ulteriore up grade arricchendo il contesto con altri personaggi complementari: dall’arricchito borioso proprietario della villa con piscina (dove I bulletti del paese si ritrovano vietandone però l’utilizzo a Josef) al falegname Gregory (Gadebois) brava persona che, trasferitosi da poco con moglie e figlia, non senza fatica tenta di guadagnarsi la fiducia dei nuovi compaesani. Completa il quadro il ricco e disonesto latifondista che con subdole manovre cercherà di convincere la caparbia allevatrice (Carol Frank) a vendergli I suoi terreni.

In breve, l’intelligente titolo “colpo di calore” si rivelerà, paradossalmente, riferirsi proprio all’ottuso comportamento della comunità che, al pari dei genitori di Josef non in grado di gestire la situazione, non solo sottovaluta la potenziale pericolosità innescata dal loro stesso atteggiamento, ma sarà la causa dell’assurdo equivoco finale la cui matrice alberga nella diffusa ignoranza costituente il germe che condurrà due famiglie alla disperazione.

La prima parte del film soffre parzialmente di un ritmo forse un po’ lento, quasi da documentario, giustificato però dalla necessità di presentarci ad ampio spettro I vari protagonisti, per poi virare sul giallo con apprezzabili colpi di scena in parte potenzialmente interpretabili come leggere forzature della sceneggiatura che però, a mio parere, non ne inficiano la valenza.

Coup de Chaud è un’opera degna di nota sia per il messaggio che intende veicolare, attraverso l’interessante e sempre attuale tematica del problema psichico, sia per l’empatia che la strabiliante bravura di Karim Leklou riesce a infondere nel pubblico attraverso una performance veramente da Oscar attraverso la quale lo spettatore ha la possibilità di constatare quanto sia semplice cadere nella facile rete del comune abbaglio che avallerà nel “gruppo” la convinzione, pretesa con sempre maggior veemenza, di essere in diritto di perpetrare ogni tipo di vessazione nei confronti del debole, di colui che non ha I requisiti per spiegarsi e tantomeno difendersi, scambiando la potenziale pericolosità dello schizofrenico con l’accorato bisogno di aiuto di un ragazzo il cui lieve ritardo cognitivo avrebbe dovuto, al contrario, compassionevolmente esortare.

Karim Leklou

Coup de chaud (2015): Karim Leklou

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati