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Louisiana

Regia di Roberto Minervini vedi scheda film

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La recensione su Louisiana

di alan smithee
7 stelle

FESTIVAL DI CANNES 2015 - UN CERTAIN REGARD

locandina

Louisiana (2015): locandina

 

Roberto Minervini, quarto asso di un poker italiano inconsueto a Cannes per numero ma non certo per qualità, è l'italiano che ci racconta l'America buia, ignorante e ferina della grande periferia.

Dopo il successo di critica de "Ferma il tuo cuore in affanno" del 2013, presentato pure lui a Cannes, Minervini, presente a Un Certain Regard, prosegue con THE OTHER SIDE (Louisiana da noi), nella sua efficace narrazione frutto di una commistione tra documentario e fiction, per raccontarci della immensa periferia, o parte di essa: quella dei diseredati, dei tossicodipendenti, degli spacciatori, dei gruppi di balordi guerrafondai e amanti delle armi che si radunano per giocare alla guerra e, col pretesto di difendersi, inneggiano ad atteggiamenti ed azioni belliche che si inseriscono nella triste schiera del fanatismo non molto differente per stile e pericolosità a certe frange estremiste mediorientali, quelle che loro intendono combattere, da cui vogliono difendersi, finendo tristemente e con sconcerto per assumerne i comportamenti e le sembianze.

 

scena

Louisiana (2015): scena

L'America dei grandi spazi che si perde nell'angusto territorio dell'ignoranza e della rassegnazione, dell'oblio a cui sono destinati vecchi rancorosi veterani che da eroi si sono ritrovati ad essere un peso morto per la società.

Il film, che non può essere semplicemente classificato come un documentario, avendo una sceneggiatura e dialoghi neppure troppo frammentari, e pure attori efficaci, pur se probabilmente presi dall'ambiente di cui si vuole parlare, non si ferma dinanzi a facili pudori e mette letteralmente a nudo un suo protagonista spacciatore, rendendolo l'occhio che ci illustra una deriva esistenziale che ricorda, per efficacia e stile, il cinema realistico e disarmante, potente e mirabile, dell'indipendente Jon Jost.

The other side - tra una carrellata sulle grandi distese e boschi immensi e abbandonati, tra i neon di locali equivoci dove spogliarelliste incinta ti aprono i loro pertugi segreti per farcisi infilare qualche pezzo da 5 dollari, tra roulotte arrugginite che diventano case di tutta una vita di improvvisazione giorno per giorno – diviene il baluardo devastante di una parte degli States che non può essere esposta ad immagine e simbolo della libertà e dei benefici dell'intraprendenza occidentale.

 

scena

Louisiana (2015): scena

 

 

scena

Louisiana (2015): scena

The other side, con le sue inquadrature potenti e anche ricercate, ma mai fini a se stesse, è un film tosto che affonda le radici nel cuore del problema e, pur senza volersi schierare né tanto meno avere l'ardire di formulare soluzioni, denuncia un malessere sempre più diffuso, una insofferenza che unita all'ignoranza e all'esaltazione da branco, può sfociare e sfocia in atti e situazioni di intolleranza e violenza inauditi. Un cinema ibrido che gioca sullo script  di una vita vera "recitata dai protagonisti" (ma vera, autentica, spigolosa e a volte sin fastidiosa e repulsiva); un modo di fare cinema senza fronzoli né accondiscendenze che mi piace molto, questo di Minervini.

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