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L'osceno desiderio - Le pene nel ventre

Regia di Giulio Petroni vedi scheda film

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La recensione su L'osceno desiderio - Le pene nel ventre

di undying
5 stelle

Tardo gotico italiano (e spagnolo) ispirato da Rosemary's baby e frutto di una sceneggiatura (talvolta) delirante opera di Regnoli. Ingiustamente tradito da un titolo per nulla coerente.

 

Amanda  (Marisa Mell) dall'America si è trasferita in Italia per andare a convivere nella tenuta del nobile Andrea (Chris Avram): personaggio ambiguo, al cui servizio è rimasto solo l'inquietante Giovanni (Víctor Israel). Dopo essere rimasta incinta, Amanda viene informata dall'amico Peter (Lou Castel) su una antica leggenda che riguarda la casata di Andrea e che va indietro di sette generazioni per trattare un losco omicidio, vittima un'eretica accusata di stregoneria. Intanto un feroce assassino ha preso di mira le prostitute locali, eliminandole a ripetizione...

 

Che strano destino ha avuto questo L'osceno desiderio, nato come La profezia per essere poi stato distribuito, nel 1979, con un nuovo  (e per nulla pertinente) doppio titolo (ancora peggio Le pene nel ventre) e a firma in regia di un anonimo Jeremy Scott. Il film in questione, infatti, è stato ripudiato da Giulio Petroni (Dizionario del cinema Italiano - i film vol. 4 m-z di Poppi e Pecorari) anche se dichiarazioni successive di Castel (Nocturno n. 171) confermano quanto già svelato della figlia del regista, Silvia (Nocturno di Ottobre del 2014), che ne attribuisce la regia a Giulio Petroni. E tutto questo, sinceramente, ha dell'incredibile perchè alla resa dei conti siamo di fronte ad un film decoroso, non bello ma nemmeno così scadente. Anzi: ha un suo fascino il tema gotico (garantito dalla sceneggiatura dell'esperto Piero Regnoli) trattato così fuori tempo massimo  (siamo già a fine Anni '70). Il cast inoltre, essendo coproduzione italo-spagnola, si avvale di ottimi interpreti  (oltre alla Mell ed Avram sono da ricordare il professionale Castel e l'impressionante -per via di un forte strabismo di venere- Víctor Israel) e tutto sommato il film è ben girato. Di più: la mano del regista affronta il genere horror con certa determinazione (i rimandi sono tutti per Rosemary's baby e, nei dieci minuti finali, qualcosa il film deve anche a L'esorcista) mentre passa a lato della violenza (di fatto per nulla rappresentata graficamente) e del sesso (molto castigate le sequenze erotiche, centrate sulle grazie di una "matura" -ma sempre sensuale- Mell).

Ricapitolando non si capisce la reazione del regista per un film tutto sommato gradevole ancora oggi da visionare. Un film talvolta lento, certo, ma ben costruito nella prima parte (di preparazione e attesa) e a tratti affascinante nella seconda  (quando viene svelata la vera identità di Castel). Da menzionare anche l'interessante colonna sonora, opera del bravo Carlo Savina

 

Per la recensione si è visionata la vecchia versione uscita in VHS (Shendene e Moizzi) ciclo Morbosità  (a cura di Nocturno). Edizione comunque di ottima qualità video -ovviamente in relazione al al supporto-  in formato 16:9 e della durata complessiva pari a 1h28m55s.

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