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Joy

Regia di David O. Russell vedi scheda film

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La recensione su Joy

di andry10k
6 stelle

Jennifer Lawrence

Joy (2015): Jennifer Lawrence

 

Il punto di forza del "cinema" di David O. Russell è sicuramente la sua capacità innata di raccontare storie, la maestria del far vivere o rivivere alcuni personaggi irreali o reali che siano sullo schermo in maniera semplice ma anche ricercata. In questo caso si ispira all'inventrice, ormai milionaria, Joy Mangano, uno dei casi più recentemente importanti di donna che dal nulla ha creato un suo business, solo con la forza delle proprie idee.

 

Joy (la sempre azzeccata Jennifer Lawrence) è una ragazza, forse sui 25 o giù di lì, con due figli che viene da un divorzio con il cantante Tony (Edgar Ramirez), uomo pigro e senza un lavoro vero che vive nel suo scantinato. A questo si aggiungono due genitori divorziati che si odiano: uno la madre, che vive sempre lì nel suo piccolo mondo lobotomizzata dalla mattina alla sera dalle soap opera,, e l'altro (Robert De Niro) completamente disinteressato, burbero e non proprio il miglior padre che si possa desiderare, appena tornato da una delle sue avventure da vecchio scapolo, che si ritroverà a dividere il sottoscala con il tanto odiato suo ex marito. Tutta la sua complicata ascesa viene raccontata dall'unico punto di riferimento che ha avuto fin da piccola la nostra Joy, sua nonna, che con voce narrante fin dall'inizio (estremamente fastidiosa) ci porta a percorrere i passi che l'hanno portata ad essere la donna di successo che ora è.

 

Jennifer Lawrence, Edgar Ramirez, Isabella Rossellini, Robert De Niro, Elisabeth Röhm, Dascha Polanco, Diane Ladd

Joy (2015): Jennifer Lawrence, Edgar Ramirez, Isabella Rossellini, Robert De Niro, Elisabeth Röhm, Dascha Polanco, Diane Ladd

 

Storia di una donna temeraria, coraggiosa, con le sue debolezze, ma che con la sola forza delle sue idee è riuscita a imporsi e a rendere realtà un sogno che fin da piccola teneva nel cassetto, un sogno per niente appoggiato nè da quell'idiota di sua madre, ne dal burbero padre, ne dall'invidiosa e quasi ostile sorellastra più grande. Creativa, ingegnosa fin dalla tenera età, Joy sbancherà, come tutti sanno, grazie all'invenzione del cosiddetto Miracle Pop, il mocio che si strizza da solo, oggetto tanto semplice quanto geniale, e inventando anche un nuovo modo di rapportarsi con i clienti nelle vendite televisive, che l'hanno portata a reliazzare molti più progetti di quanti pensasse all'inizio.

 

Ne abbiamo già viste a iosa di queste storie di realizzazione di vita uniche e da prendere d'esempio, infatti quello che mi interessava di più era come il tutto venisse raccontanto da il buon Russell, che ha sempre mostrato, che piaccia o no, un suo certo stile nel raccontarle che lo contraddistingue. Personaggi e vicende con quel giusto mix di black humour e amarezza, famiglie allargate e complicate dalla parlantina facile, dai dialoghi interessanti. I suoi protagonisti si riconoscono oramai, che siano i più sofisticati e d'altri tempi di American Hustle o i più semplici e moderni di Silver Linings Playbook, sembrano sempre gli stessi, che riescono a prendere quasi vita per la loro caratterizzazione, anche essendo molto (ma molto) cinematografici nei modi e nelle situazioni. E' un cinema interessante che pero' il vecchio Russell non è riuscito a esprimere a pieno in questo suo ultimo film per vari motivi.

 

Per quanto il suo gusto dell'inquadratura e della scelta musicale sia apprezzabile, il tutto qui stona un po' ed è difficile trovare un senso logico alle scelte di "stile" di alcune scene. Per quanto le bellissime scene sotto la neve, con pezzi magnifici in sottofondo, siano sia tecnicamente che quasi emotivamente di gran fattura, come detto stonano un po' con tutta la parte centrale del film. Le inqadrature nevose di inizio film e sorpattutto l'ultima parte della pellicola, bella, cazzuta, con una Joy ancor più convinta di se, che sfoggia la sua determinazione e risolutezza camminando con occhiali da sole, dopo la sua decisiva battaglia verbale quasi in stile western, per quanto siano emozionanti e ben girate, sembrano esser messe li a caso un po' per impressionare, Russell è corso ai ripari credendo che mancasse nell'opera un po' quel suo tocco, volendo diventare protagonista per forza di un'opera che gia aveva il suo protagonista bello e ben caratterizzato. Inoltre non mi è piaciuta proprio l'ultimissima scena, dove, in queste biografie, si cade sempre nella lode massima e nell'idolatrazione del personaggio principale, mostrandoci una Joy ormai è una santa, che accoglie qualsiasi inventrice gli si presenti, ricordandosi della sua stessa situazione in passato.

 

Un'opera godibile, con evidenti personaggi alla Russell, con alcune pecche importanti e altri guizzi interessanti. Purtroppo non riesce ad uscire dal "discreto", come mi sarebbe piaciuto facesse. Ottima scelta della colonna sonora.

 

Jennifer Lawrence

Joy (2015): Jennifer Lawrence

 

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