Regia di Mario Mattòli vedi scheda film
Il giornalista Cesare reincontra Maria al commissariato: lui è lì in cerca di notizie, lei perché arrestata per prostituzione. Anni prima, durante la guerra, la ragazza aveva aiutato Cesare, perciò lui ricambia facendola rilasciare. Ma ogni tentativo fatto per farle abbandonare la strada sembra inutile.
Attivo fin dalla metà degli anni Trenta, Mario Mattoli è oggi principalmente noto per le sue pellicole con Totò e, più in generale, per le commedie. In realtà fino a questo L’ultimo amante, siamo nel 1955, il Nostro aveva saltuariamente licenziato anche melodrammi e opere tutt’altro che scanzonate; l’unica costante della sua produzione sta comunque nella destinazione popolare dei suoi film. L’ultimo amante, va rilevato, è un lavoro che tenta di spingersi in qualche profondità psicologica; nella sceneggiatura dal regista firmata insieme ad Aldo De Benedetti, da un soggetto creato ‘in famiglia’ da Luciano Mattoli, non mancano gli spunti di riflessione su difficili spaccati di vita quotidiana, così come argomenti certo ostici per il grande pubblico di quell’epoca: la prostituzione e l’alcolismo innanzitutto. Ma a conti fatti la trama non sembra un parto di grande originalità e la risoluzione tragica del finale pare quasi un accanimento nei confronti della ‘peccatrice’ Maria. Si tratta di un remake: Mattoli aveva già girato questo film tredici anni prima, intitolandolo Stasera niente di nuovo (1942); in scena troviamo Amedeo Nazzari, sempre puntuale in questo tipo di ruoli, May Britt, Frank Latimore, Nino Besozzi, Elli Parvo ed Ernesto Calindri. 4/10.
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