Regia di John Wells vedi scheda film
All’apice del successo, lo chef Adam Jones si autodistrugge a causa dell’alcol e, costretto a ripartire da zero o quasi, decide di puntare alla terza stella Michelin (il premio più ambito per uno chef) con un nuovo ristorante a Londra.
La mania televisiva relativa ai programmi e ai contest culinari (vedasi i vari Masterchef, Hell’s Kitchen e compagnia cantante) comincia a invadere anche il cinema. D’altronde, Bradley Cooper che lancia piatti e, in cucina, dice “cazzo” ogni tre per due, così come i “Sì, chef!” dei sottoposti non possono non far venire in mente (per gli appassionati, almeno) figure mediaticamente note come quelle di Gordon Ramsay o, in Italia, di Joe Bastianich.
Ciò che conta, insomma, è la figura carismatica dello chef. Il resto, televisivamente ma anche nel film in questione, è decisamente meno importante anche se comprensibilmente curata (qui il cast di supporto è composto da nomi comunque importanti). Il rischio che si poteva incontrare era la presenza di toni fintamente “epici” per una vicenda tutto sommato banale, che nulla aggiunge alla solita scalata al successo vista miliardi di volte, ma tutto ciò fortunatamente non accade e il film passa e va, tenuto su quasi unicamente dalla recitazione degli interpreti, consapevole di ciò che è. Consigliato agli appassionati.
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