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The Dressmaker - Il diavolo è tornato

Regia di Jocelyn Moorhouse vedi scheda film

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Tiaz gasolio

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La recensione su The Dressmaker - Il diavolo è tornato

di Tiaz gasolio
7 stelle
The dressmaker – La Recessione.
Australia. In un paesino dimenticato dal Signore, vive una comunità molto stretta dove tutti si conoscono, quel tipo di paesino così piccolo ed isolato che trombarsi la cugina o un ovino di proprietà è cosa all'ordine del giorno. In questa comunità di pettegoli figli di troia, la piccola Tilly, figlia della pazza zoccola del paese, viene accusata ingiustamente dell'omicidio di un suo coetaneo. Ritroviamo Tilly matura ritornare al paesello dopo anni di esilio, interpretata dalla in-formissima Kate Winslet che non sembra invecchiata un giorno da quando, decenni fa, ha fatto battere il cuore di milioni di casalinghe sul Titanic. Non si sa bene come né si capisce bene il motivo, forse per lo stress, forse per la poca utilità ai fini della trama, sia la madre che la figlia sono colpite da un vuoto di memoria per quanto riguarda le circostanze in cui è accaduta la morte del ragazzino. Tilly, con grande difficoltà, riesce piano piano a farsi ancora apprezzare dalla comunità di australiani rincoglioniti grazie alla sua elevatissima abilità di sarta. Mentre a poco a poco veniamo a scoprire cosa è accaduto veramente al figlio del sindaco che, come ovvio, non è stato ucciso dalla protagonista quando era ragazzina, le capacità quasi magiche di Tilly trasformano le sciatte signore di paese in belle dame che fanno girare la testa ai compaesani scopa-capre. Abito dopo abito, la ricerca della verità sembra trasformarsi prima in vendetta, ma la scoperta del sostegno segreto nei confronti della madre rincoglionita di una parte della comunità e l'amore ritrovato grazie al bel Liam Hemsworth, il fratello praticamente uguale di Chris Hemsworth, anche lui esponente della categoria di manzi che fanno bagnare le ragazzine a distanza, fa svoltare il film verso una trama “e vissero tutti felici e contenti”, con Tilly che scopre le motivazioni della morte del coeataneo e l'amore ritrovato con il supermanzo del paese, il tutto farcito con una sottotrama dove vediamo le donne della comunità ritrovare la loro bellezza. Quanto tutto sembra combiaciare alla perfezione, arriva la prima svolta di trama: il sindaco pezzo di merda chiama una stilista concorrente per rompere le palle a Tilly, il tutto giusto perché è stato screditato dal resto della sua comunità per l'allontanamento della giovane stilista. Inutile dire che la concorrente si rivela una stronza incapace che diventa amante del sindaco puttaniere, che scopriamo essere anche il padre della stessa protagonista, perché violentatore della madre instabile mentalmente, una così brava persona che ama trombarsi la moglie solo quando svenuta sotto effetto di psicofarmaci, giusto per sottolineare l'alto livello di viscidume del personaggio. Il ritrovato astio verso la sua comunità natale e la morte del manzo del paese da vero coglione (ovvero: lanciandosi in un silos e soffocando all'interno del suo contenuto; avranno copiato la morte da qualche Darwin Awards?) apre alla parte finale della pellicola. La protagonista, spronata dalla madre, riprende la vendetta nei confronti della odiata comunità; inoltre assistiamo ad acune morti casuali dei personaggi più odiati all'interno del film, come se fosse il fato o il karma che li vuole eliminare, lasciandoci la pelle in maniera assurda (vedi farmacista che muore affogato nella pozzanghera dietro casa perché gobbo e non riesce a rialzarsi, mentre la moglie strafatta di torta alla marijuana non si accorge dell'accaduto), morti assurde che rendono il tutto speldidamente grottesco ed avvincente. Un film che non vi permetterà di annoiarvi neanche per un minuto che vi lascerà a bocca aperta con inaspettati colpi di scena ed una trama simpaticamente assurda. per insulti anche non costruttivi.
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La Recessione
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