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Antonia.

Regia di Ferdinando Cito Filomarino vedi scheda film

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La recensione su Antonia.

di Mulligan71
8 stelle

Una delle esultanze per questa opera prima di Filomarino, è tutta per il distacco, netto, totale, arioso, dal Cinema italiano di fiction, in cui questo racconto biografico poteva cadere. E' una delle gioie per gli occhi, per chi ama il Cinema in quanto macchina di fantasia e di emozioni, vedere come una materia scottante come questa, sia stata trattata in maniera splendida, alta, senza sbrodolare poesia a casaccio, con la "giusta distanza" ma anche con il necessario scandaglio umano nella breve vita di una delle maggiori poetesse italiane del novecento. O, meglio, come dice la didascalia iniziale, "uno dei maggiori poeti italiani del novecento". Filomarino si muove fra i silenzi della vita della Pozzi, ha sempre un occhio di riguardo per i dettagli, fondamentali come mai, qui, e attraversa quegli anni austeri, agiati, della Milano alto borghese degli anni trenta, in cui, come un essere astratto, una scheggia impazzita, si muoveva Antonia, trasportata sullo schermo da una bravissima Linda Caridi. Il regista sceglie una via differente, coraggiosa, penetra la vita della poetessa da strade quasi oniriche, sorprende, non cerca la facile agiografia, non si cita un verso in tutta la pellicola, ma lo si mostra su foglio, con discrezione, come minuscola traccia incandescente. Mostra il corpo della Caridi, nervoso e inquieto, come posseduto, in realtà, dalla figura potente della Pozzi, cerca di carpire il flusso della poesia, la linfa che muovendosi fra amori non corrisposti, le sue montagne attorno a Pasturo e una Milano in attesa della tragedia finale (il suicidio della poetessa, la guerra imminente), percorreva i quaderni che Antonia riempiva di frasi e di versi. Emblematica, per capirci, è la scena dove la Caridi, nuda, raggomitolata, cerca di difendersi dalla violenza dell'esistenza, della sua anima in tumulto, mentre scorre "Va", canzone mirabile di Piero Ciampi, altro grande poeta e cantautore italiano. Ecco la forza del Cinema, la capacità di sorprendere, d'intrigare, la ricerca non banale, non gratuita! Filomarino non regala niente al pubblico, lo spinge a "sentire" il film, non fa didattica, ma va oltre la figura della Pozzi. E' un film sulla solitudine, un film sull'inquietudine e un film sulla misteriosa forza della creazione. Meraviglioso.

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