Regia di Nancy Meyers vedi scheda film
La critica sociale non è l'intento principale di questo film. Non c'è una gran voglia di raccontare criticamente le difficoltà di una donna in carriera 2.0, nel lavoro e nella vita privata, né quelle del "mammo", né quelle di un pensionato che ha ancora molto da dare e non solo in campo lavorativo, e nemmeno quelle dello stagista. Tutti questi elementi ci sono, ma in superficie, la superficie di una commedia leggera, e per questo godibile. Troppo patinata? Può darsi, ma almeno non è falsamente (pseudo)intellettuale come talvolta accade (sempre meno) alla nostra commedia, e al contempo è molto più addentro alla società attuale di quanto lo sia il 99% delle commedie nostrane. Se non si hanno le capacità, o la voglia, di cogliere fratture e contraddizioni della società, meglio rinunciare piuttosto che abbozzare un'immagine che inevitabilmente risulta falsata e lontana anni luce dalla realtà - almeno quella vissuta dalla gente "normale", che non fa il regista, lo sceneggiatore o l'attore, e nemmeno il critico. Insomma o si parla di qualcosa che si conosce, se non direttamente almeno per interposta persona o in seguito a studi, ricerche e approfondimenti, oppure meglio tacere piuttosto che partorire opere che si prendono troppo sul serio quando invece sono solo e semplicemente ridicole - cosa che mi capita di pensare spesso a proposito delle commedie made in Italy.
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