Regia di Atom Egoyan vedi scheda film
La sorpresa finale è fin troppo sorpresa, tanto che ti rendi conto di quello che ti mancava durante le peregrinazioni del protagonista, afflitto da demenza senile, alla ricerca del suo carnefice di Auschiwitz: il personaggio, l’uomo, l’individuo. Il viso prigioniero della senilità, il corpo vacillante incarnerebbero perfettamente i patemi, la spietatezza e la pietà della memoria su un esistenza giunta al capolinea, ma la piattezza di una sceneggiatura scolastica e la povertà della sceneggiatura ne spolpano di senso la fisicità dolente.
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