Regia di Franco Rossi vedi scheda film
Diretta dal Franco Rossi che appena qualche anno prima aveva realizzato l'Odissea, sempre per la RAI, l'Eneide ha un tono sostanzialmente diverso. Laddove nell'Odissea dominava l'aspetto avventuroso, l'Eneide inizia quasi come un documentario etnografico, come se l'opera di Virgilio fosse stata frullata e depurata della componente epica, per privilegiare quella didascalica, che presiede agli altri poemi virgiliani (le Bucoliche e le Georgiche).
Nel dare alla luce l'Eneide, l'intento di Virgilio era di enfatizzare la missione di Roma quale polo di riferimento del mondo conosciuto e di divinizzare (attraverso la discendenza da Venere di Enea, padre di Iulo), nella città, la gens Iulia, la famiglia di Giulio Cesare e di Ottaviano Augusto, nobilitandone il ruolo quale guida di Roma e del suo impero, ma anche quale erede e continuatrice delle istituzioni repubblicane, nonché di quel mondo classico cantato nei poemi epici, anche mediante l'espediente poetico di indicare i fondatori della città di Troia, patria di Enea, come provenienti dalla terra chiamata Esperia, quella dove sorgerà Roma e che prenderà il nome di Italia.
Tutto questo viene proposto in una narrazione abbastanza piana, inframmezzata dalla lettura (con la voce di Riccardo Cucciolla) di ampi stralci del poema virgiliano, dando poco risalto alle fasi belliche che occupano una buona metà dell'Eneide poema e che invece Franco Rossi concentra quasi per intero nell'ultima puntata dello sceneggiato televisivo.
Ne emerge la figura di un Enea sobrio e pensoso, misuratamente interpretato da Giulio Brogi, secondo l'intenzione virgiliana di descrivere un eroe ligio al volere del Fato e degli dei. Un eroe pio, tanto da autorizzare, oggi come ai tempi dei primi esegeti cristiani del poema di Virgilio, le interpretazioni che parlavano di prefigurazioni cristologiche in relazione al personaggio di Enea.
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