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I due della Nouvelle Vague

Regia di Emmanuel Laurent vedi scheda film

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La recensione su I due della Nouvelle Vague

di munnyedwards
7 stelle

 

François Truffaut e Jean-Luc Godard, due giganti della cinematografia mondiale, due innovatori, due ribelli, ma soprattutto due amici che per un ventennio hanno condiviso (sostenendosi a vicenda) un’ idea/visione comune, un percorso fatto di successi e fallimenti, due registi che per molti anni hanno rappresentato il cambiamento e la rinascita non solo del cinema francese.

Poi d’improvviso arriva la rottura, complice una diversa interpretazione del “mezzo cinema” applicato alla politica, dopo il ’68 Truffaut prenderà una strada, mentre Godard andrà dalla parte opposta, mantenendo vivo un radicalismo ideologico da sempre parte dominante della sua personalità.

L’interessante documentario diretto da Emmanuel Laurent e scritto da Antoine De Baecque (autore delle biografie più importanti sui due registi) ripercorre il commino artistico e umano di questi due grandi cineasti, lo fa con una ricostruzione storica accurata che si giova di un sapiente utilizzo di filmati d’epoca, interviste, documenti cartacei e spezzoni di film, l’obiettivo è chiaramente quello di proporre un’analisi il più completa possibile, pur sapendo che la vastità dell’argomento non consente ambizioni di completezza.

 

locandina

I due della Nouvelle Vague (2010): locandina

 

Si parte dalla fine (Fin), dalla corsa sulla spiaggia di Jean-Pierre Lèaud e dal fermo immagine indecifrabile sul volto di un ragazzo/bambino, siamo nel ’59 ed è il trionfo di Truffaut a Cannes con I 400 colpi, lui che l’anno prima era stato addirittura bandito dal Festival per le sue critiche feroci pubblicate sui Cahiers du Cinéma.

Quella di Truffaut è una vittoria totale e il primo tassello di un puzzle artistico innovativo, il documentario ci mostra immagini del regista con il suo giovane protagonista in giro per Cannes, un intervista al già “inquadrato” Jean-Pierre Lèaud, i festeggiamenti per un successo che si pone come fondamentale svolta nel cinema francese del dopoguerra.

L’anno successivo esce Fino all’ultimo respiro, è l’esordio nel lungometraggio per Godard che dirige un film ancora più sperimentale sia da un punto di vista formale che narrativo, di nuovo un grande successo di pubblico e critica (Orso d’argento e Premio Jean Vigo).

E’ la definitiva consacrazione di un movimento cinematografico denominato Nouvelle Vague (nuova onda), in realtà questa definizione è di molto precedente ai successi di Truffaut e Godard ma saranno questi autori (insieme a Chabrol, Rivette, Resnais e Rohmer) a farsi portabandiera del nuovo che avanza.

 

François Truffaut

I quattrocento colpi (1959): François Truffaut

 

Jean-Pierre Léaud

I quattrocento colpi (1959): Jean-Pierre Léaud

 

Jean-Paul Belmondo

Fino all'ultimo respiro (1960): Jean-Paul Belmondo

 

Jean Seberg

Fino all'ultimo respiro (1960): Jean Seberg

 

Laurent alterna un analisi cronachistica delle rispettive carriere ad uno studio più intimo sulle vicende umane dei due registi, il proletario Truffaut dall’infanzia difficile (riformatorio, carcere) e il borghese Godard, due uomini apparentemente lontani anni luce ma uniti dal fuoco della passione cinematografica e dalla prorompente e caustica sfrontatezza critica, i giovani turchi, così venivano chiamati per  il “vivace” lavoro pubblicato sui Cahiers du Cinéma diretti da Andrè Bazin (definito da Godard il più grande critico di sempre).

Appare sorprendente notare come caratteri così distanti potessero trovare un amalgama così solida seguendo la stessa passione (ossessione) per il cinema, i due erano divoratori di film, vivevano per il cinema e per tanti anni sono stati come un unico corpo, il documentario li mostra mentre intervistano i loro miti, del famoso libro di Truffaut su Hichcock sanno anche i sassi ma è bello vedere un giovane Godard che parla con Fritz Lang, appare lampante come dall’amore incondizionato per la settima arte scaturisse una naturale venerazioni per alcuni Maestri indiscussi (Bergman, Rossellini, Hawks).

 

Jean-Luc Godard, François Truffaut

I due della Nouvelle Vague (2010): Jean-Luc Godard, François Truffaut

 

Prima ancora delle rivolte studentesche i portabandiera della Nouvelle Vague scesero in piazza per difendere la Cinèmathéque Francaise e il suo storico direttore e fondatore (insieme al regista Georges Franju) Henri Langlois, per Truffaut e Godard l’archivio cinematografico era stata una fonte inesauribile di conoscenza e formazione, filmati d’epoca ce li mostrano insieme mentre fanno un appello pubblico affinché Langlois venga reintegrato, poi li vediamo tutti in strada con striscioni e proteste.

Langlois venne rimesso al suo posto ma questa “scesa in campo” fu solo un anticipo di quello che avverrà pochi mesi dopo con le rivolte studentesche e operaie, anche in questa caso tutti i registi della Nouvelle Vague si schierarono decisi, un video li mostra mentre fanno irruzione al Festival di Cannes chiedendo la sua interruzione.

In questo preciso momento storico le strade di Truffaut e Godard si dividono, per Godard il cinema aveva un senso solo se applicato ad una visione politica, i suoi film successivi saranno indirizzati su questa linea, una scelta radicale sulla quale si potrebbe discutere a lungo ma comunque una scelta libera.

Truffaut non la condivide e continua il suo percorso artistico, fra i due amici si apre uno vuoto incolmabile e famose restano le lettere di insulti che i due registi si scambiano, in mezzo a questa squallida diatriba finisce anche Jean-Pierre Lèaud, l’attore bambino de I 400 colpi, che nel proseguo della sua carriera aveva lavorato ed era amico intimo di entrambi i registi.

 

I due della Nouvelle Vague è un documentario che in una forma essenziale cerca di fornire un quadro il più esaustivo possibile, probabilmente per l’appassionato cinefilo non sarà una novità sentire certe storie ma di certo l’ampio uso di filmati d’epoca e di interviste rende l’opera di Laurent di grande interesse, sia per chi ha una preparazione basica sui due registi, sia per chi ha una conoscenza più approfondita.

Il documentario al termine del suo percorso circolare si chiude come era iniziato, sul fermo immagine malinconico e indecifrabile del giovane Jean-Pierre Lèaud, il volto cinematografico di una “nuova onda” che ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema.

Visto giorni fa su Rai5, per chi fosse interessato è ancora disponibile su Rai Replay, il link lo metto qui sotto.

Voto:7.5

 

http://www.raiplay.it/video/2017/01/FILM---I-DUE-DELLA-NOUVELLE-VAGUE-a24b389e-7d71-47c3-a4a5-bfe56e4c4453.html

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