Regia di Alessandro Genovesi vedi scheda film
Guido, professore milanese trapiantato a Napoli, è un uomo sensibile e romantico che resta con il cuore spezzato quando viene scaricato dalla fidanzata che scappa via con un altro. Incapace di rassegnarsi alla solitudine, comincia allora a convincersi di aver trovato una compagna ideale nella bellissima e misteriosa Silvia, che appare improvvisamente a casa sua presentandosi come la nuova vicina. Ma la ragazza solare e sensuale con la quale condivide passioni e interessi è solo frutto della sua immaginazione, a differenza di Giada, la vicina reale che lo ha adocchiato già da un po’.
Sconclusionata commediola sentimentale che ruota più attorno a grezzi e prevedibili siparietti comici più che ad una vera storia capace di coinvolgere. La sceneggiatura è veramente povera e impacciata, svela subito quello che poteva essere l’unico colpo di scena – la donna immaginaria – ristagna nell’insensata parte centrale, dove il paradossale “triangolo” avrebbe potuto originare qualche trovata più pungente, e si avvia verso finale sbrigativo e sciocco. Insopportabile la datata rappresentazione del folklore napoletano, esaltato dalla scelta di canzoni di Renato Carosone inserite a casaccio – con tanto di accenno al trito divario tra un Nord efficiente e raffinato e Sud lassista e caotico – così come fastidioso è Claudio Bisio nei panni dell’uomo timido e innamorato che sinceramente ha stancato e non si comprende la sua onnipresenza nel cinema nostrano degli ultimi anni. Ornella Vanoni e Renato Pozzetto, che impersonano i genitori del protagonista, sono forse l’unica sorpresa gradita, ma alla fine restano delle macchiette poco sfruttate, mentre Valentina Lodovini pensa di stare recitando ancora in Benvenuti al Sud, Frank Matano resta un caso discutibile, e all’esordiente Chiara Baschetti viene chiesto essenzialmente di fare il suo mestiere, ovvero la modella. Imbarazzante.
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