Allan (Jannik Lorenzen) è un ragazzino di undici anni che cerca disperatamente di tenere unita la propria disfunzionale famiglia. Suo padre Henry (Jesper Asholt), è il lattaio locale, un uomo debole ed egocentrico disprezzato o ignorato da tutti, ma venerato come il più grande degli eroi da Allan. Incapace di capire cosa stia succedendo intorno a lui e fortemente influenzato dal padre, Allan commette atti atroci, ignaro della loro gravità.
La regia di Peter Shønau Fog si concentra sulla figura del piccolo Allan, che non capendo del tutto il senso delle cose che accadono nella sua famiglia disfunzionale, ne accelera suo malgrado i risvolti tragici. Il tono sembra essere quello della commedia adolescenziale, ma si mastica continuamente amaro. Film interessante, ma con qualche riserva.
“The Art of Crying” potrebbe essere preso come paradigma del cinema applicato alle culture scandinave. Una storia di abusi, incesti e altre miserie domestiche presentata in modo da farla risultare affascinante ove non addirittura divertente. Uno humour nero che accompagna le avventure di Allan, undici anni, tanti punti di domanda e un padre evidentemente incapace di fargli da… leggi tutto
Allan ha 11 anni e sembra l’unico a voler tenere insieme i cocci della sua famiglia disfunzionale, nella quale la madre subisce in silenzio i soprusi paterni, la sorella maggiore ha un rapporto morboso con il padre e quest’ultimo è arrivato allo scontro fisico con il fratello maggiore.
La prima e inevitabile constatazione è relativa alla definizione di…
“The Art of Crying” potrebbe essere preso come paradigma del cinema applicato alle culture scandinave. Una storia di abusi, incesti e altre miserie domestiche presentata in modo da farla risultare affascinante ove non addirittura divertente. Uno humour nero che accompagna le avventure di Allan, undici anni, tanti punti di domanda e un padre evidentemente incapace di fargli da…
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La regia di Peter Shønau Fog si concentra sulla figura del piccolo Allan, che non capendo del tutto il senso delle cose che accadono nella sua famiglia disfunzionale, ne accelera suo malgrado i risvolti tragici. Il tono sembra essere quello della commedia adolescenziale, ma si mastica continuamente amaro. Film interessante, ma con qualche riserva.
commento di Peppe ComuneInteressante, seppur non impeccabile, opera prima del danese Peter Schønau Fog e paradigma del cinema applicato alle culture scandinave.
leggi la recensione completa di marcopolo30