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The Walk

Regia di Robert Zemeckis vedi scheda film

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La recensione su The Walk

di mc 5
10 stelle

Quando vidi per la prima volta (qualche settimana fa) questa locandina, ricordo che sbuffai perchè (non essendomi soffermato) la collocai nel calderone giovanilista-action dei film sul parqour (si scrive così?) attività della quale sinceramente non m'interessa una emerita cippa. E non avrei mai immaginato che la realtà sarebbe stata quella di un film magnifico, che mi ha conquistato e coinvolto tanto ma tanto. Protagonista assoluto (con qualche collaboratore) di una vicenda che ha tutto dell'incredibile, è il francese Philippe Petit (nato nel 1949) il quale preparò con cura e con passione un'impresa a cui io nemmeno volevo credere tanto è fuori dall'ordinario. Quante volte nei titoli di film vediamo la scritta abusatissima "tratto da una soria vera"? Beh stavolta è più vera del vero. La mattina del 7 agosto 1974, questo ragazzo francese con una passione senza limiti per il funambolismo, decise di attraversare su di un filo lo spazio tra le Twin Towers (quando erano ancora intatte). E fu un'impresa che più straordinaria non avrebbe potuto essere. Io, nella mia ignoranza, non ne avevo mai sentito parlare. Fino all'uscita di questo bellissimo film, che mi ha fatto scoprire una storia fantastica, una storia di Volontà Suprema, di Ricerca dell'Infinito, una Sfida alle leggi naturali e alla Gravità, una storia ricca di Poesia e di somma determinazione. Philippe è un eroe del nostro tempo, almeno secondo i canoni tradizionali dei record sportivi ed atletiici, ma io che -dopo il film- mi sono andato a cercare su you tube centinaia di documenti ed interviste col VERO Petit, beh, ho conosciuto un uomo meraviglioso, un essere umile e modestissimo, che nella vita aveva un solo fine, quello di realizzare l'impossibile, sfidare tutto quello che era Logica e Legge, con una semplicità d'animo che quasi mette imbarazzo e commuove. Anche perchè poi -nota a margine- la sua fu un'impresa "solo sua", nel senso che lui e i suoi collaboratori imbastirono il tutto con molta cura ai dettagli più piccoli, ma SENZA nessuno sponsor, nessun aspetto economico, nessuno insomma ci ha guadagnato un centesimo da questa performance incredibile. Ed è importante sottolinearlo oggi che i grandi record sportivi sono sempre sponsorizzati e muovono interessi economici, diritti televisivi, in una parola "business". Si parte con un Joseph Gordon Levitt (fantastico protagonista del film) che dall'alto di una torre racconta come tutto accadde. Si parte dalla Francia (Parigi) dove Philippe era un ragazzo che viveva di piccole giocolerie circensi, tipo un busker, e diciamo che questa fase iniziale del film è deliziosa, e ci mostra il suo stile di vita da bohèmien scapestrato ed anarchico, e poi (importante) è in quel contesto che s'innamora di Annie. Ma, ancor più importante, conosce il suo Maestro (e Guru), un patriarca circense dell'est chiamato Papa Rudy, che -splendida caratterizzazione di uomo carismatico dal fare assai burbero ma dal cuore d'oro- gli insegna tutti i sgreti del funambolismo. E di qui parte la vicenda su cui adesso non è il caso di soffermarsi (il film lo dovete vedere tutti!). Insomma (e questo non è spoiler perchè è poi il cuore del film) si dipana tutto il lungo meccanismo della preparazione tecnica all'Evento. Poi assistiamo all'evento stesso (la fase finale, piena di Poesia), che miscela suspense e -appunto- Poesia, in modo mirabile ed affascinante. Lo spettatore non può che appassionarsi e rivivere in sala tutta l'emozione di un'impresa così strabiliante. Un film che è un'esperienza. Un film decisamewnte diverso da tutti gli altri, oltretutto scritto e diretto da un Robert Zemeckis forse mai visto così in forma. Il cast è formidabile, e infatti il film pulsa di un'umanità amabile e coinvolgente. Che dire di un Gordon Levitt da Oscar? la sua è un'interpretazione sublime, davvero un grande lavoro d'Attore. E che dire, allora di quello che per me è uno dei più grandi performers viventi, il meraviglioso Ben Kingsley? E non posso non citare una angelica (me ne sono anche un pò innamorato) Charlotte Le Bon, una splendida Annie. Segnalazione per una serie di canzoni scelte con grande efficacia, su cui svetta "I want to take you higher" di Sly & Family Stone. Ma tutta la colonna sonora, curata dal grande Alan Silvestri, è costellata di stacchetti funky-jazz che sono una chicca assoluta. Dicevo di Parigi (dove tutto cominciò) ma il film si trasforma in un'ode alla città di New York, dove Philippe si stabilisce dopo l'impresa, orgoglioso di diventarne cittadino onorario. Dettaglio minimo ma curioso: ho saputo che l'americanissimo attore protagonista Gordon Levitt ha un laurea (conseguita alla Columbia University) in lingua e letteratura francese e va da se' che questo ha aiutato la sua bella adesione al personaggio.

Da vedere assolutamente.

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