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Horsehead

Regia di Romain Basset vedi scheda film

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La recensione su Horsehead

di undying
6 stelle

Esordio di un regista francese particolarmente attento ai risvolti psicologici dei protagonisti. Lontano dal cinema horror più chiassoso ed estremo, Horsehead accarezza invece il mondo onirico, quindi fantastico che da Alice in poi cala in Mondi meravigliosi... quando non terrificanti.

 

scena

Horsehead (2014): scena

 

Jessica (Lilly-Fleur Pointeaux) è tormentata da incubi ricorrenti caratterizzati dalla presenza di un uomo con testa di cavallo. Su suggerimento di un amico esperto di psicofisiologia dei sogni, tenta di praticare la tecnica dei sogni lucidi, possibile forma terapeutica in grado di lenire le sue angosce. Angosce del tutto giustificate. Dopo tre anni di totale distacco, Jessica torna alla casa materna, per la veglia funebre della nonna Rose. In crisi e spesso in lite con la madre Catelyn (Catriona MacColl),  scopre inquietanti appunti composti dalla defunta. L'attività onirica di Jessica porta alla luce un tragico fatto, vissuto da Catelyn e compiuto all'interno della Chiesa locale.

 

Lilly-Fleur Pointeaux

Horsehead (2014): Lilly-Fleur Pointeaux

 

"Durante l'esplorazione dei sogni, si incontrano molti schemi simbolici. Ad esempio, il cavallo è uno di questi. Carl Jung lo definisce l'archetipo della madre. Mentre per molti teorici, esso simboleggia il traghettatore, la guida verso l'aldila', o il messaggero della morte." (Dal libro sui sogni di Jean)

 

scena

Horsehead (2014): scena

 

Romain Basset esordisce con un lungometraggio complesso, stratificato su più piani di lettura e completamente estraneo alla logica dei conterranei francesi. Horsehead non rientra nel più semplice filone dello splatter ma si inserisce piuttosto in un difficile tentativo di trattare con certa sensibilità il dramma di una protagonista sofferente e sensibile, sviluppato sul tangente universo del Mondo onirico. Basset (anche co-autore dello script) lavora finemente sia sul piano visivo (ottimo l'uso di faretti colorati) che su quello acustico, facendo magistrale uso degli effetti sonori. La cura riposta dall'autore nella realizzazione di Horsehead si può constatare anche nella struttura di un cast a dir poco perfetto.

 

Catriona MacColl

Horsehead (2014): Catriona MacColl

 

Oltre al felice ritorno dell'attrice feticcio di Lucio Fulci, ossia Catriona MacColl, è da segnalare l'indovinata scelta di attribuire il ruolo della protagonista alla talentuosa Lilly-Fleur Pointeaux, pressoché perfetta perché sorta di Catriona giovanile. Film potente, calato in un mondo di simboli (il metronomo, un pupazzo, la chiave) e archetipi (il cavallo, il feretro, l'acqua) che riescono -senza alcuna giustificazione razionale e men che meno (os)tentata nei dialoghi- a far raggiungere livelli di profonda (in)coscienza e smuovere certezze consolidate, in favore del più giustificato dubbio. Il tema portante, quello della possibilità di controllare l'attività onirica e quindi di pilotare i sogni, sostiene il nucleo drammatico del film, ch'è poi il sempre eterno dilemma della vita e della morte, sul quale lo stesso regista sospende ogni ulteriore riflessione mostrandoci in chiusura un ambiguo, irrisolto e indecifrabile primo piano di Jessica, con occhi di diverso colore. "Il dolore è psicologico", sentenzia l'esperto amico di Jessica. "Se la tua mente pensa che è reale, il tuo corpo risponderà." In questa frase è celato il destino di una delicata, triste e sfortunata protagonista, vittima -mai come prima d'ora- dei suoi inquieti sogni. Un destino che sembra dipendere dalle più recenti teorie della fisica quantistica, quelle che teorizzano la realtà essere proiezione del punto di vista dell'osservatore. E se ognuno di noi vive in un universo soggettivo e personale, anche l'Inferno che ci attende -aldilà, aldiqua, altrove, qui e ovunque- forse non lo stiamo costruendo noi stessi?

 

scena

Horsehead (2014): scena

 

Curiosità 

Nella scena girata in Chiesa, l'immacolata Catelyn sta per partorire, assistita dai genitori (tra i quali il severo padre denominato il cardinale). Ogni regola è qui sovvertita, infatti madre e padre sono giovani (come appaiono nella fotografia vista da Jessica prima di addormentarsi) mentre la partoriente è anziana. Nel mondo onirico non esistono certezze, e il dogma diventa eresia. Questa semplice constatazione, provata da chiunque durante il sonno, è resa dal regista in maniera esemplare riuscendo a pervadere di incertezza, quasi inconsapevolmente, lo stato d'animo dello spettatore. La messa in scena sembra alludere ad un totale ribaltamento della prospettiva, rendendo verosimile l'impossibile.

 

scena

Horsehead (2014): scena

 

"Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo. Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi. Alcune ci portano avanti, e si chiamano sogni." (Jeremy Irons)

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