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Un paese quasi perfetto

Regia di Massimo Gaudioso vedi scheda film

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La recensione su Un paese quasi perfetto

di barabbovich
6 stelle

A Pietramezzana, un paesino di fantasia della Basilicata abitato da un centinaio di anime, la popolazione è in cassintegrazione da un paio d'anni. Da quando la miniera locale ha chiuso i battenti, infatti, per gli autoctoni non c'è più lavoro. La possibile riapertura della miniera sembra però interessare alcuni investitori a condizione che nel paese risieda un numero minimo di abitanti e che vi sia almeno un medico. Per ovviare al problema, viene ingaggiato con l'inganno un chirurgo plastico milanese di passaggio (Volo), spiato sistematicamente per assecondarne i gusti e garantirgli ogni comfort per convincerlo a restare: dalla passione per il cricket a quella per il sushi.
Al suo esordio solista a vent'anni di distanza dal fortunato esordio de Il caricatore (diretto con Eugenio Cappuccio e Fabio Nunziata), Massimo Gaudioso firma un'opera corale, remake del canadese La grande seduzione di Jean-François Pouliot. Siamo a metà strada tra il tentativo di bissare il successo di un altro film di ispirazione francofona (Benvenuti al Sud) e un Pane, amore e fantasia reloaded, con un registro scanzonato sull'arte di arrangiarsi tipicamente italiana in una situazione difficile come quella della disoccupazione. Un'ora e mezza da trascorrere tra qualche stereotipo, alcune battute indovinate e un cast affiatato nel quale figura anche la ex-Miss Italia Miriam Leone, limitata a semplice statuina di questo simpatico presepe umano.

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