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Storie pazzesche

Regia di Damián Szifron vedi scheda film

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La recensione su Storie pazzesche

di EightAndHalf
5 stelle

Cioè a dire: fino all’ultimo quell’aereo non pensavo che ci arrivasse addosso, ma tant’è. E non pensavo che quasi tutte le storie finissero in un certo modo, ma insomma, che fossero storie “pazzesche” (o selvagge, o strane, o chi per loro) si sapeva già dal titolo. Quel titolo che dovrebbe essere ritradotto con Pedro Almodòvar presenta Storie Pazzesche, visto come la campagna pubblicitaria abbia puntato tutto su quel nomignolo castigliano grosso come quello di un Autore con i controrazzi ma forse rimasto troppo ai fasti esagitati de Los amantes pasejeros, succulento incompreso ritorno a un’origine cinematografica di puro sfogo scacciapensieri. Non della stessa pasta è il film di Damiàn Szifron, nonostante l’approvazione del padrino Almodòvar, che ancora in sala la maggior parte degli spettatori crede regista del film in questione. Storie pazzesche pesca a piene mani dal cinema dello stesso Almodòvar ma soprattutto, più probabilmente, da quello folle e simpatico di Alex de la Iglesia, per spacciare un po’ di sana misurata cattiveria per chi di film grotteschi o minimamente strani non ne ha mai visti e vuole lasciarsi un po’ sconvolgere dalla facilità con cui i protagonisti muoiono o sopravvivono o si vendicano atrocemente come le bestie che tanto didascalicamente ci vengono messe in mostra durante i titoli di testa. Non ci vuole eccessiva fantasia per sfornare le iperboli degli stereotipi o dell’aneddotica (“t’immagini se accadesse..”, “sarebbe incredibile su succedesse…”), non ci vuole tanta creatività per giocare con i luoghi comuni e lasciar credere di averli polverizzati con l’arma del cinismo da raccatto, e Relatos salvajes ce lo dimostra con la faccia tosta del film “per tutti”, che nasconde dietro l’apparente superficie ironica ampi sprazzi di crudeltà.

 

Rita Cortese, Julieta Zylberberg

Storie pazzesche (2014): Rita Cortese, Julieta Zylberberg

 

Ma è la crudeltà ad essere in superficie: Relatos salvajes, o meglio, Pedro Almodòvar presenta Storie Pazzesche, è un buco nero di creatività, un insieme di barzellette appiccicate fra di loro e faticosamente connesse per donare allo spettatore un fil rouge di costruttivo incenerimento dei valori. Il primo episodio sembra un spin-off de Los amantes pasejeros con un gioco di coincidenze che si rivela essere un tragicomico destino; il secondo tiene a dire che la realtà fa davvero schifo e che la si vivrebbe meglio in un carcere; il terzo è come se in Duel il tizio del camion scendesse dall’auto, anche se stavolta è una carretta; il quarto è una bella storiella quasi edificante il cui tratto grottesco sarebbe riassumibile in Un giorno di ordinaria follia, o quasi (magari ha anche il pregio di riassumere il fin troppo lungo film di Joel Schumacher); il quinto mette insieme Il capitale umano e  I nostri ragazzi di matrice nostrana con omicidi che i genitori vogliono coprire (ma alla giuria degli Academy Awards è piaciuta più questa storiella che il film di Virzì); il sesto non stupirebbe poi se deflagrasse in Rec 3 – La genesi, tanto scivola nel delirante e nell’assurdo. E forse proprio il sesto episodio si salva dal trionfo dell’insignificanza, grazie anche all’interpretazione della protagonista femminile, in grado di trasformarsi letteralmente da gioiosa e non troppo carina sposina ad assatanata donna vendicativa.

 

Erica Rivas

Storie pazzesche (2014): Erica Rivas

 

Quello che più infastidisce di Relatos salvajes ovvero Pedro Almodòvar presenta Storie Pazzesche (un po’ come il Nightmare before Christmas di Tim Burton, neanche quello era suo) è dunque la sua sostanziale inutilità. Sono evidenti le ambizioni, ma risultano decisamente insoddisfatte. Il film, sotto sotto, si prende sul serio eccome, ha una voglia quasi seriosa di stupire, e lascia il tempo che trova questo tentativo, quando si mette ad inventarsi risvolti ma non esagera abbastanza in trovate surreali, né perde tempo ad offrire almeno un brandello di stile. Alla fine, cacca e vomiti in primo piano o no, Relatos salvajes è un film cattivo solo per chi non vede film cattivi o non è mai stato cattivo. E siccome lo sappiamo tutti che il mondo meriterebbe di finire nella pattumiera, volendo anche salvare il piccolo gioiellino dell’ultimo episodio (che finge di lasciare un buon ricordo dell’intero film, ma non è così), buttiamo nella spazzatura Relatos salvajes e riprendiamoci Los amantes pasejeros o magari un altro nuovo Almodòvar che sia finalmente suo.

 

Ricardo Darín

Storie pazzesche (2014): Ricardo Darín

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