Regia di Jordan Rubin vedi scheda film
Contaminati da sostanze tossiche, dei castori si trasformano in belve assetate di sangue (e carne umana, ovviamente). A farne le spese un terzetto di belle fanciulle (adeguatamente discinte) e altrettanti maschietti (con ormone a palla) in gita al lago.
Può sembrare strano, ma le aggressioni ad esseri umani da parte di castori non sono infrequenti. Nel 2013 un pescatore bielorusso è morto dissanguato dopo un morso all'arteria femorale da parte di uno di questi pericolosi roditori, infastidito dall'uomo che lo stava riprendendo (sembra una leggenda metropolitana, ma è vera: in rete è reperibile il video che documenta l'attacco): che sia stato proprio questo episodio ad ispirare il carneade regista Jordan Rubin, anche autore di soggetto e sceneggiatura? Sia come sia, Zombeavers è ovviamente una puttanata, un risibile horror di serie z, girato con quattro soldi e una manciata di attori, allo scopo di divertirsi a premere forsennatamente sul pedale del trash. Non si spiegano altrimenti degli effetti speciali così poco speciali da risultare persino simpatici (gli zombeavers sono poco più che peluche, un po' meglio realizzato il trucco degli umani "castorizzati"). La trama attinge pesantemente agli stereotipi del cinema horror, giocando a farne parodia e a renderli caricaturali (la casa nel bosco, i giovani arrapati, la bella ragazza con le tette al vento e così via). Il film non si prende sul serio (e, del resto, come avrebbe potuto?) e ogni tanto infila una nota ironica e giocosa (nei titoli di coda ci sono anche le scene tagliate con le papere degli attori) che lo alleggerisce e lo riporta alla dimensione di una tutto sommato simpatica goliardata.
Cast risicato, ma nell'insieme discreto o comunque adeguato alla tipologia di pellicola: le tre protagoniste, poi, sono oggettivamente carine.
Una schifezza, ma meno peggio della media del genere: 4/10.
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