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The Maid - La morte cammina tra i vivi

Regia di Kelvin Tong vedi scheda film

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La recensione su The Maid - La morte cammina tra i vivi

di Furetto60
6 stelle

Horror, non originale, ma ben costruito e ricco di suggestioni

Rosa è una ragazza filippina diciottenne, rimasta orfana, per procurarsi denaro, necessario per curare il fratello malato, ospite nella casa degli zii, che non dispongono di adeguate risorse economiche, va a servizio come domestica dalla famiglia Teo, a Singapore. Arriva in casa giusto il primo giorno del settimo mese del calendario cinese, mese in cui secondo le antiche leggende del luogo, si aprono i cancelli dell'Inferno e gli spiriti dei morti vagano liberi e in alcuni casi tornano a manifestarsi presso i vivi, per 30 giorni, soprattutto come nella fattispecie, se all'interno della dimora è avvenuto un fatto di sangue. Le persone che credono a questa superstizione,per superare indenni questo periodo critico, cercano di ingraziarseli o di proteggersi da loro, con offerte di cibo, banconote di carta, preghiere e stabilendo alcune norme irrinunciabili, che bisogna osservare scrupolosamente per tenerli pacati: non fare il bagno nel settimo mese, la notte non girarsi, se ci si sente chiamare ed evitare di camminare per strada dopo il tramonto. La coppia ha un figlio, Ah Soon , affetto da un grave ritardo mentale, che però in breve sviluppa un buon rapporto con Rosa. Tuttavia la giovane comincia ben presto ad essere tormentata da sinistre apparizioni, secondo la sua padrona, la Signora Teo, ciò potrebbe costituire la vendetta di alcuni spiriti a cui avrebbe mancato di rispetto, per aver infranto alcune regole, tuttavia minimizza, in fondo deve solo trascorrere il mese fatidico. Ma Rosa continua ad essere costantemente perseguitata dagli spettri. Indagando e raccogliendo informazioni sulla famiglia, la giovane scopre un terribile segreto, sepolto nel recente passato, che le consente di intuire quanto le sta accadendo, ma che metterà a repentaglio la sua stessa vita. Per quanto non mostri particolari elementi di novità, questo horror è tuttavia una dignitosissima “ghost-story”, costruita con mestiere, in cui il regista Tong grazie a virtuosismi tecnici e colpi ad effetto efficaci, riesce a creare il giusto “climax”. Adoperando una fotografia raffinata, riesce a rendere le scene più cupe di grande effetto, ricca di suggestioni, in virtù di vecchi espedienti del “genere”, che però funzionano sempre, i cosiddetti “jumpscare”.Tra allucinazioni e incubi ricorrenti, la vicenda si snoda, regalando diversi brividi. Il colpo di scena finale, non sarebbe male, anche se, per i più scafati, non sarà difficile prevederlo in anticipo. Ben introdotto e amalgamato l’elemento folkloristico, che ben si sposa alla vicenda. Discreta la sceneggiatura. Buone le interpretazioni degli attori.

 


 

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