Regia di Alberto Rodriguez vedi scheda film
Pedro e Juan sono due sbirri della omicidi caratterialmente agli antipodi.
Il primo è taciturno, tutto d'un pezzo, onesto. Il secondo ha un passato da nascondere, è libertino per quello che gli pare e filofranchista su tutto il resto, specie quando si tratta di inchiodare i sospettati.
Vengono mandati nel Sud Ovest della Spagna (Andalusia) nelle paludi del delta del fiume Gualdaquivir, una ragnatela di stagni e acquitrini neanche fossimo in Louisiana, ad indagare sulla scomparsa di due ragazzine. Si scontreranno con una comunità ostile e chiusa, tesa ad implodere verso "l'interno". Ci sarà da diffidare di tutti, persino della polizia locale, mentre il caso si accavallerà ad un'altro, rivelando un inquietante minaccia da svelare. I due arriveranno alla verità?
Alberto Rodigruez, già nominato alla miglior regia ai Goya per due dei suoi lavori precedenti (7 vrigenes nel 2006 e Grupo 7 nel 2013), fa incetta di premi alle edizioni del 2014, presentando questo piccolo gioiellino di film, di cui è anche sceneggiatore.
Un ambientazione torbida e malsana (incorniciata da una fotografia meravigliosa di Alex Catalan, solidale del regista), un'aria greve e di sconfitta, una mancanza di eroi , ne fanno quasi un noir più che un poliziesco. Ma l'indagine c'è, è avvincente e ben pensata, ed avanza a piccoli passi, affondando tra melma e zanzare, fra omertà e indizi fasulli, tra spettri e fantasmi del mondo che è là fuori, lontano dal paese, rifugio di cartapesta per chi ancora ci crede.
Siamo nel periodo immediatamente dopo la caduta del Generale Franco, e la Spagna, specie nei suoi angoli più solitari ,fatica a venirne fuori, schiacciata com'è dalla paura di godere il sole.
Un film di grande atmosfera, ammantato di un aurea magica, quasi mistica, sorretto da una coppia complementare e perfetta.
Complimenti veri.
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