Regia di Duke Johnson, Charlie Kaufman vedi scheda film
Dopo diverse sceneggiature di successo, Charlie Kaufman (“Synecdoche, New York”) torna dietro la macchina da presa con “Anomalisa”, con l’aiuto dell’animatore e regista Duke Johnson. Michael Stone, esperto di comunicazione e tecniche psicologiche, prende una camera al Fregoli Hotel (da Leopoldo Fregoli, imitatore e trasformista) di Cincinnati prima di tenere un discorso, il giorno successivo, riguardante il servizio clienti. Durante la serata conosce Lisa e, deluso dal proprio matrimonio, si concede un’avventura di una notte.
Il film, girato in stop-motion, indirizza le tecniche utilizzate per film d’animazione con target giovanile verso un pubblico decisamente adulto (basti pensare alle scene esplicite di masturbazione e di sesso). Il Fregoli Hotel non è altro che la rappresentazione materiale di un disagio esistenziale, un’ambiente fisico che è anche ambiente psicologico. Non a caso il nome dell’hotel rimanda esplicitamente alla “Sindrome di Fregoli”, secondo la quale il malato si sente perennemente perseguitato da una singola persona, che per seguirlo in ogni ambito della propria vita si sostituisce ad altre persone, assumendone le sembianze.
Durante un incubo, lo stesso Michael “perde” il volto (non propriamente naturale, visto che Kaufman decide di non nascondere la giuntura tra la mascella ed il resto della faccia) e, non sapendo quale indossare, rimane vuoto; un essere umano che, volendo molteplici sembianze e personalità, non ne manifesta neanche una, perdendo anche il se stesso autentico. Nella conferenza, il disagio del protagonista si manifesta direttamente attraverso le sue parole: «Che vuol dire essere umani? Che significa soffrire? Cosa significa essere vivi? Non lo so». Tutti i personaggi si somigliano, le identità si mescolano, in un rimando continuo tra la finizione dell’essere umano e la realtà del pupazzo animato: tutti sembrano perseguitare il protagonista, prima di tutto con la voce. Le voci di tutti i personaggi sono create da una stessa persona (l’attore Tom Noonan), mentre si distinguono solo quelle di Michael e di Lisa.
Lisa è il personaggio citato già nel titolo, che dona una caratteristica peculiare alla donna: rispetto ai pupazzi tutti uguali che circondano Michael, Lisa è un’anomalia, cambia la vita del protagonista già dal primo sguardo, anche se lei non si sente per nulla attraente. L’amore però è solo un attimo fugace e il sentimento si trasforma, all’interno del protagonista, in una perpetua ricerca di identità, che non riesce a recuperare nemmeno tornando nel proprio ambiente familiare. Michael rimane senza volto, incapace di comunicare ed incapace di provare sentimenti che non siano di facciata.
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