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Sono fotogenico

Regia di Dino Risi vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Sono fotogenico

di alan smithee
6 stelle

Il sogno del fannullone trentenne Antonio Barozzi di Laveno è quello di sfondare nel mondo del cinema, che ama e di cui conosce mnemonicamente molto, sfidando la memoria e trascorrendo le sue giornate in camera, solo, distratto solo talvolta dal nonno erotomane incallito.

I genitori, ormai anziani, lo vorrebbero impiegato di banca grazie all'aiuto del padre funzionario, ma Antonio non ne vuole sapere e, un bel giorno, decide di andare a Roma per cercare di sfondare nel cinema.

Nella grande città saranno solo piccole, grandi delusioni, e, con quella faccia e quella espressività davvero poco incoraggianti e da uomo estremamente comune  più che una ordinaria comparsa l'uomo non riuscirà a trovare, nonostante la presenza di mostri sacri e star del cinema lo incrocino con cadenza quotidiana, mostrando quasi sempre il lato peggiore di loro stessi.

Finirà per farsi infinocchiare da una bella attrice di film softcore, tornando al paesello per finire in banca, esiliato verso quella vita sedentaria e monotona che era tutto ciò da cui voleva tenersi lontano.

Per la regia di Dino Risi, su un sceneggiatura critta assieme al figlio Marco e a Massimo Franciosa, Sono fotogenico si cala piuttosto bene nell'antitesi tra mondo provinciale ed il sogno irrealizzato e sempre chimerico della grande metropoli, che fagocita, usa e poi sputa dopo aver fagocitato tutto ciò di buono che poteva essere sfruttato.

Per quanto non privo di momenti grevi, il film si fa apprezzare per la lodevole interpretazione di Renato Pozzetto, che, pur non rinunciando a parte del suo repertorio comico, ci fornisce un ritratto semi-tragico di un fallimento annunciato.

Lo affiancano la procace Edwige Fenech nei panni dell'attricetta in odore di fama, che non perde occasione per sfruttare il nostro uomo a proprio uso e piacimento, mentre Aldo Maccione veste i panni dell'agente squattrinato e sputtanato che tutti, tranne il nostro ingenuo protagonista, desiderano evitare. In un piccolo ruolo da cognato del protagonista, riconosciamo un ancora poco noto Massimo Boldi.

Nel ruolo assai sarcastico di loro stessi, una schiera di attori e registi famosi accetta di suggellare la maschera senza morale che piace pensare rispecchi ogni star una volta raggiunto il successo sicuro. Tra questi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gasman, Mario Monicelli e Barbara Bouchet.

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