Regia di Renny Harlin vedi scheda film
Sconosciuta (a ragione) opera prima di Renny Harlin che fa il suo esordio nella patria Finlandia con un film talmente demente, becero e xenofobico da essere proibito praticamente ovunque, eccezione fatta per gli USA. VOTO: 1
Davvero curioso l'esordio al cinema del finlandese Lauri Mauritz Harjola, meglio conosciuto come Renny Harlin. Curioso nel senso che questo “Born American” è una montagna di cacca talmente sanguinolenta e xenofobica da arrivare ad essere proibito in patria e trovare distribuzione (e ahinoi persino successo commerciale) praticamente nei soli USA. Dovendo indicare il peggio della pellicola mi trovo in enorme imbarazzo nella scelta fra una storia cervellotica che rasenta la demenza e la spudorata propaganada antisovietica al cui cospetto “Alba rossa” di John Milius è un manifesto liberale. Non sorprende leggere che il ruolo da protagonista era stato in un primo momento offerto a Chuck Norris, che in film del genere ha sempre sguazzato a piacere, che dovette però rinunciare a causa di impegni pregressi. Il film rimase comunque in famiglia, con suo figlio Mike a ricoprire il posto lasciato vacante da papino. E un'ultima, ulteriore nota di demerito va a Harlin per l'idea balzana dell'infinita partita a scacchi umana che si gioca nel sottosuolo della prigione e della quale sembra divenuto succube l'amico di Norris jr.: il tentativo di omaggio a “Il cacciatore” di Cimino è piuttosto esplicito, ma realizzato in maniera tanto goffa e semplicista ne diventa invece un imperdonabile insulto.
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