Espandi menu
cerca
Sirene

Regia di Richard Benjamin vedi scheda film

Recensioni

L'autore

degoffro

degoffro

Iscritto dal 10 gennaio 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 99
  • Post 165
  • Recensioni 929
  • Playlist 23
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Sirene

di degoffro
6 stelle

Ecco un perfetto esempio di film che dura i classici venti minuti di troppo. La svolta drammatica che, nel finale, il regista Richard Benjamin imprime al racconto stride, e non poco, con il tono scanzonato, vivace, musicale, spensierato ed allegro del resto della vicenda, risultando superflua, appiccicata e poco funzionale, dettata solo dall'inutile esigenza di cercare un qualsiasi pretesto narrativo per consentire lo scontro verbale, definitivo e chiarificatore, tra madre e figlia. La signora Flax (una spumeggiante, piccante sfrontata ed assai ispirata Cher, con minigonne incredibili e abitini sexy in puro stile anni sessanta) è irrequieta e brusca per natura, decisamente amante della propria libertà, indipendente e ribelle. Ha avuto due mariti, scomparsi nel nulla, e due figlie: Kate di nove anni (la quasi debuttante Cristina Ricci) è una piccola campionessa di nuoto, abituata a fare prove di resistenza sott'acqua anche nella vasca da bagno e la quindicenne Charlotte (una Winona Ryder già piuttosto smorfiosetta), che avverte moltissimo la mancanza di un padre, di cui conserva un solo ricordo di quando era piccola, senza peraltro essere sicura che fosse lui: un uomo alto, vestito di bianco che le consegna un paio di occhiali da sole per contemplare meglio l'eclisse. Dopo l'ennesima delusione sentimentale, miss Flax decide, mentre è nella vasca da bagno e puntando a caso il dito sull'atlante, di trasferirsi a East Port. E' la diciottesima volta che passa da uno Stato all'altro: per lei, che cucina solo antipasti, visto che cucinare il resto è troppo snervante, "guidare è una delle due qualità fondamentali di una donna. Un'auto vuol dire libertà: se sei stufa di un posto, sali su un'auto e vai!!". La bellezza del trasloco, dice alla figlia Charlotte, che ha l'impressione di avere sciupato metà della sua vita sul sedile di un'auto, è che tutto sarà diverso: "La morte è soffermarsi sul passato e stare in un posto troppo a lungo: la vita è cambiamento." Non concepisce l'invecchiamento ("Una vera donna non è mai troppo vecchia"), ha idee ben precise sugli uomini e cerca di trasmetterle con schiettezza alla figlia ("Quando un uomo ritarda è ora di spazzarlo via e passare ad un altro"), ma non riesce a fare a meno di loro, è incapace di assumere fino in fondo le sue responsabilità ("a volte mi sembra che tu sia la bambina e io l'adulto" le rinfaccia Charlotte) e di accettare con serenità il trascorrere del tempo ("Io non diventerò mai vecchia" ripete alla figlia che le fa però presente che il tempo le corre dietro: "Che cosa vuoi fare?" "Correre di più" è la sua ingenua e immediata risposta), è ruvida ed insensibile con la figlia ("Quella lo fa per farmi venire i capelli bianchi", sbotta quando scopre la fuga di Charlotte), di cui non riesce o non vuole mai cogliere né condividere sensazioni, sentimenti, impressioni ("Sono sua madre: l'ultima persona con cui vorrebbe parlare sono io!, dice ad un esterrefatto Bob Hoskins, con il quale ha allacciato l'ennesima relazione). Charlotte, invece, non solo ha turbamenti, insicurezze e paure ben maggiori di quelle tipiche delle ragazze della sua età (il sesso ed il peccato, prima di tutto, tanto da scandalizzarsi profondamente, nascosta in un gabinetto, per i discorsi espliciti e disinibiti delle sue compagne di corso) ma, sebbene la madre le rammenti spesso che la loro è una famiglia ebrea, si è circondata di immagini sacre e statuine, prega intensamente, continuamente e per ogni minima banalità, critica la vita disinvolta della madre. A 15 anni non ha ancora avuto un ragazzo, è inibita e timidissima, combattuta tra preghiere e invocazioni a Dio e pensieri erotici insistenti che la turbano e la affascinano allo stesso tempo ("Io voglio davvero essere buona e virtuosa ma non è così facile"): la sua massima aspirazione è comunque diventare monaca. L'incontro con Joe bravo ragazzo, custode e factotum del vicino convento la sconvolge: perdutamente infatuata del ragazzo, il giorno in cui questi le dà un bacio, è colta da un forte senso di colpa e nella sua ingenuità si crede incinta e rivolgendosi a Dio domanda "Signore come hai potuto essere così fiscale?". E' questa la parte più maliziosa, ironica, brillante, riuscita e spiritosa del film: Charlotte subito dopo il bacio recita un disperato e supplicante "Padre nostro", ritenendosi una donna perduta degna di essere mandata al rogo. Si fa una doccia purificatrice, pensando che sarà costretta a darsi al digiuno, in fondo nella sua follia ritiene che "I peccati dei santi non rimangono mai impuniti", e anche Maria rimase incinta senza nemmeno baciare Giuseppe. Crede addirittura di essere una nuova prescelta: porterà forse in grembo il futuro Messia ebraico?. Solo la visita dal ginecologo, dove si presenta con l'altisonante nome di Giovanna d'arco le dissiperà ogni dubbio. Irresistibile e condotto con garbo, intelligenza e finezza. Poi purtroppo il film si sfilaccia e si perde: un'inutile scenata di gelosia da parte di Charlotte che vede la madre mentre dà a Joe il bacio del buon anno, una troppo affrettata notte di passione tra Charlotte e Joe (piuttosto repentina e improvvisa a dire il vero per una ragazza che fino al giorno prima non aveva dato nemmeno un bacio), il prevedibile e piuttosto forzato incidente a Kate alle cascate del convento, la conseguente scenata isterica e furiosa della madre, già pronta a risolvere o a fuggire, come a suo solito, i problemi con l'ennesimo trasloco ("Io non so sempre quello che faccio: voi due non siete arrivate con il libretto delle istruzioni"), la scontata riappacificazione finale tra madre e figlia e tra la signora Flax ed il tenero, paziente, simpatico e paterno Lou (un misurato, spiritoso ed eccellente Bob Hoskins). L'ex attore Richard Benjamin, a suo agio nella commedia, imbastisce un racconto piacevole, agile, scorrevole e genuino, a tratti assai gustoso ed esilarante, anche se i troppi, improbabili, avvenimenti che si accumulano appesantiscono alla fine la vicenda. Sfrutta comunque con estrema duttilità un cast ben affiatato, la splendida fotografia di Howard Atherton e le musiche ad hoc impiegate come ironico commento delle azioni dei protagonisti.
Voto: 6/7

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati