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Hell

Regia di Luis Estrada vedi scheda film

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La recensione su Hell

di Corinzio
8 stelle

Vent'anni di Stati Uniti e torna al paese di San Miguel più povero di prima. L'inferno di Estrada è una via a senso unico e non si torna indietro. se ne Il buono, il brutto e il cattivo c'era almeno una possibilità di scelta (il prete o il bandito), l'indigenza della vita di frontiera messicana offre un'unica scappatoia, cioè quella del narcotraffico. Soldi facili ma estremamente rischiosi. Il film di Estrada offre uno spaccato drammatico e violentissimo dove ogni giorno bisogna ringraziare svariati santi per aver salvato la pelle dalle pallottole o dalla fame, ma seppur in un contesto durissimo e tragico, la pellicola è permeata dall'inizio alla fine da uno spiccato umorismo grottesco, vicino ma meno eccessivo delle pellicole tarantiniane che ne stempera i toni violenti e creando anche delle buone gag comiche. In ogni angolo assolato di questo film si sente soprattutto la presenza di numi tutelari come Sergio Leone e Sam Peckinpah (il protagonista non a caso si chiama Benny Garcia), in particolare quest'ultimo che prende decisamente quota nel movimentato finale. Bravissimi inoltre i due protagonisti, Damián Alcazár e Joaquín Cosio, tirapiedi del gran capo che descrivono con malcelata amarezza un quotidiano derivato proprio da quella scelta forzata di intraprendere la vita criminale e dal rimpianto altrettanto palese di non averne avute altre. Veramente molto belli i loro duetti.

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