Regia di Damien Chazelle vedi scheda film
I primi piani sul volto sudato del protagonista interpretato da Miles Teller, sui piatti della batteria dai quali schizzano sangue e sudore, sulle mani sfregiate dalle ore di prove, sugli occhi schizzati di J.K. Simmons. È questa la cifra stilistica e quindi concettuale del film di Chazelle, che racconta le nevrosi causate da un insano rapporto apprendista/maestro ambientando il tutto in ambienti chiusi, claustrofobici.
Nei tempi moderni, tecnologia e elettronica (in campo musicale) fanno stonare il jazz pure con le panoramiche di New York nella stonata sequenza iniziale (celebrata da Allen proprio con Gershwin in sottofondo). Chazelle invece realizza un'opera intrisa di nervosismo, scandito dai battiti sulla batteria e dai silenzi dei fiati, tra una prova e l'altra.
La trama è semplice, ma anche secondaria. Whiplash è prima di tutto un'esperienza sensoriale dalla quale lasciarsi trasportare. Attraverso le nevrotiche prove alla batteria, le grandissime performance di Teller e Simmons, la regia come esplicitazione del mondo del protagonista. Prima chiaro e ordinato, poi confuso e in rovina.
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