Regia di John Frankenheimer vedi scheda film
Il presidente degli Stati Uniti, stipulando con l’Unione Sovietica un trattato per la distruzione delle armi nucleari, ha spaccato in due l’opinione pubblica del proprio paese e ha provocato la reazione degli alti comandi militari, che cospirano per rovesciarlo. Robusto cinema civile dei primi anni ’60, tra guerra fredda e distensione, intrighi di palazzo e terrore atomico, realtà e fantapolitica: appartiene alla stessa famiglia di Tempesta su Washington, Il dottor Stranamore, A prova di errore e Va’ e uccidi del medesimo Frankenheimer. Mentre il calendario scandisce i sette giorni del titolo si assiste a una serie di corpo a corpo fra giganti: il generale reazionario Burt Lancaster, il colonnello Kirk Douglas in bilico tra la fedeltà ai superiori e quella alla patria (“Conosce abbastanza la Bibbia per sapere chi era Giuda?” “Era un uomo per cui lavoravo e che ammiravo finché non disonorò le quattro stelle che portava”), il volitivo presidente Fredric March, i solidi comprimari Edmond O’Brien e Martin Balsam, l’ex bellona Ava Gardner. Sullo sfondo, un’inossidabile fiducia nei meccanismi di controllo democratico: pur essendo ormai certi che si sta preparando un colpo di stato, i nostri decidono di non reagire finché non ottengono le prove, per non commettere un abuso di potere.
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