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Tutta colpa di Freud

Regia di Paolo Genovese vedi scheda film

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La recensione su Tutta colpa di Freud

di barabbovich
2 stelle

Francesco (un Giallini con orribile barba freudiana) è il padre separato cinquantenne di tre figlie afflitte dalla ricerca dell'anima gemella. Una (Foglietta) è una lesbica che dopo tante delusioni vorrebbe diventare eterosessuale; un'altra (Puccini) è una libraia che si invaghisce di un sordomuto cleptomane (Marchioni) dopo essere stata scaricata dall'amante e la terza (Adriani) è una diciottenne che sta con un coetaneo di suo padre (Gassman). Il quale è uno psicanalista sui generis (per lui il segreto professionale è un optional) con studio nel cuore della città eterna, innamorato (inconsapevole) della moglie dell'uomo con cui la sua figlia più piccola ha una relazione (Gerini).
Commedia degli equivoci confezionata a beneficio di un pubblico di Immaturi (non a caso il soggetto è opera di un certo Leonardo Pieraccioni), banale a partire dal titolo (ennesima variante dopo Tutta colpa del Paradiso, Tutta colpa della SIP, Tutta colpa di Voltaire, È tutta colpa dell'amore, Tutta colpa di Giuda, Tutta colpa della musica e chi più ne ha, più ne metta), Tutta colpa di Freud è la quintessenza della commedia adolescenziale innocua, consolatoria, prevedibile, didascalica (lo starnuto della figlia maggiore diventa un canone per idioti), conservatrice (la famiglia vince sempre), con dialoghi di quart'ordine, un terzetto di giovani attrici a dir poco imbarazzante e due bravi attori come Giallini e Gassman palesemente a disagio nel cercare di tappare i buchi di un copione inconsistente. Senza contare che alla totale carenza di idee (qui vivono tutti in loft avveniristici e la classe media non si sa cosa sia) si cerca di supplire con una colonna sonora debordante, che transita dal ruolo di sfondo sonoro a quello di figura. Il peggior film di un regista mediocre, ultrapop e stracommerciale.

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