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Macbeth

Regia di Béla Tarr vedi scheda film

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La recensione su Macbeth

di alan smithee
7 stelle

locandina

Macbeth (1982): locandina

"Venite, spiriti che presiedete a pensieri di morte, toglietemi il sesso, e colmatemi fino a traboccare della più spietata crudeltà!

Fatemi denso il sangue; sbarratemi ogni accesso alla pietà, affinché nessuna compunta visita dei sentimenti naturali scuota il mio tristo proposito e ponga tregua tra questo e l'esecuzione!
Venite ai miei seni, e mutate il mio latte in fiele, voi, ministri d'assassinio, siete ovunque, invisibili, al servizio delle malefatte degli uomini!
Densa notte, avvolgi nel più tetro vapore d'inferno, così che il mio coltello non veda la ferita che ha, né il cielo si spiega dalla coltre del buio, per gridare: ferma, ferma!"

Il potere della profezia e delle forze del male che bramano entro un non-luogo claustrofobico che rende ancora più pressante l'angoscia per l'elaborazione dello sciagurato piano. 

In una Scozia che non riusciamo a scorgere nei dettagli, i generali Macbeth e Banquo fanno ritorno a casa, dopo aver volontariamente sconfitto le forze alleate di Norvegia ed Irlanda, costringendole alla riturata.

Sulla via del ritorno, stanchi ma contenti di far ritorno alle rispettive famiglie, i due condottieri si imbattono in tre streghe orrende, che profetizzano loro un futuro imminente o non molto lontano davvero intrigante.

A Macbeth pronosticano un futuro prossimo da re di Scozia, senza tuttavia dar seguito a eredi diretti, mentre a Banquo che diventerà figlio di una futura stirpe di re. Dopo essere svanite nel nulla le streghe rimangono un ricordo fisso nella mente dei due, che si apprestano ad incontrare il re di Scozia, Duncan, desideroso di complimentarsi e premiare i due valorosi combattenti.

Quindi i re decide di soggiornare nel castello di Macbeth, che anticipa il sovrano per avvisare moglie e servitù di quella gradita ma impegnativa visita.

Lady Macbeth, venuta a conoscenza dal marito di quella strana ma allettante profezia, inizia ad instillare nel marito la tentazione di ordire un agguato notturno al sovrano, adducendo la colpa ai suoi ignari servitori, adeguatamente resi ebbri durante l'agguato di Macbeth. E tutto avviene furtivamente nella notte, fino ad arrivare al mattino successivo, con la scoperta del cadavere, e il nostro assassino che finge sconcerto e reagisce uccidendo i poveri servitori, togliendosi di dosso l'onere di doverli processare e ascoltare la difensiva di ognuno di loro.

Macbeth in the radical form of Béla Tarr - The Disapproving Swede

A quel punto la torva profezia torna alla mente e l'ipotesi che Macbeth, effettivamente designato re per acclamazione dagli altri generali, sia destinato a deporre la corona a favore della discendenza di Banquo, spinge costui a tramare progetti di vendetta e risoluzione, così come induce il generale e il giovane figlio a dileguarsi in fretta, temendo attentati a tradimento.

I sicari un po' maldestri che Macbeth ingaggia velocemente per raggiungere i fuggiaschi e giustiziarli, riescono nel loro compito solo a metà: infatti il figlio di Banquo, Fleance, sopravvive e fugge all'agguato mortale.

Il suo antagonista rimane così frustrato alla notizia che, durante i festeggiamenti per la sua incoronazione a re, l'uomo inizia ad accusare visioni misteriose del suo ex amico divenuto avversario ed ucciso poco prima, dando mostra di vaneggiamenti nei confronti dei commensali, che solo la scaltra Lady Macbeth riuscirà a placare.

La vendetta del re sempre più folle dal timore di essere detronizzato, induce l'uomo a perpetrare stragi tra i sospettati lord di Scozia, e primo fra tutti il prode Macduff, che sfugge ad un attentato e corre a cercare rinforzi, ricevendo notizie della strage di tutta la sua famiglia in vece sua. E se lady Macbeth da un lato, rosa dai sensi di colpa, trascorre notti insonni sfregandosi le mani come nel gesto vano di ripulirsi la coscienza, fino a darsi la morte nel tentativo stremo di togliersi di dosso l'angoscia che la tormenta, Macbeth si prepara allo scontro contro Macduff e i suoi nobili alleati, facendosi forte di quel finale della profezia in cui le streghe prevedevano che nessun uomo nato da donna potesse ferirlo a morte, e non sapendo che il suo avversario Macduff era nato prematuro e fu estratto prematuramente dal ventre materno, quindi tecnicamente non nato da donna. La terza profezia delle streghe si realizza con l'effetto del bosco in movimento, ovvero l'unica forza che avrebbe potuto sconfiggere la resistenza del re appena eletto.

L'armata di Macduff e Malcolm infatti maschera la propria consistenza numerica coprendo i soldati con rami di pino, dando l'idea in lontananza di una selva in movimento. La fortezza d Macbeth viene espugnata e il folle e perfido sovrano Macbeth, a seguito di un acceso duello con Macduff, verrà a soccombere fino ad essere decapitato, avvalorando anche la quarta ed ultima profezia delle tre streghe.

Macbeth è una delle tragedie più fosche e cruente di Shakespeare, ma anche una delle più suggestive grazie proprio all'elemento sovrannaturale rappresentato dalle tre streghe e dalla profezia del potere che crea morte e sopraffazione, decimando la casta nobiliare dei papabili al trono di una Scozia tetra e incastonata in paesaggi spettrali e lividi.

 

 

L'Immagine Brucia: Macbeth (1982) di Béla Tarr

Anche il grande Bela Tarr si cimenta e n una trasposizione della celebre e fosca tragedia shakespeariana, e lo stile inconfondibile del maestro ungherese già si manifesta nelle prime sequenze dedicate all'incontro delle streghe da parte dei due valorosi combattenti Banquo e Macbeth.
A parte il taglio iniziale del prologo, il film procede in un unico piano-sequenza e lunghi monologhi ove l'azione viene sostituita dal racconto.
Ecco dunque che il gran regista si attiene alla tradizione della tipica rappresentazione teatrale, spostandola su pellicola e soffermandosi velocemente sui punti essenziali della profezia, per poi raccontarne il puntuale verificarsi dei fatti nel lungo piano-sequenza.
Lo stesso a suo modo serve a Tarr dimostrare come la profezia altro non sia che il risultato di un preciso piano ordito dai due nobili per ascendere ad un potere che non è il loro, e che per impossessarsi del quale li costringe a perpetrare un massacro, a muovere eserciti, ad incrinare il futuro di una intera nazione.

Per quanto spoglio ed essenziale, il film riesce a risultare affascinante anche se spoglio del meraviglioso contesto scenografico della versione di Polanski, o della cupezza ricercata della versioni di Welles e di quella spettrale, tutta chiari/scuri (anche nel confronto tra Macbeth e la sua consorte) oltre che minimalista di Joel Coen.

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