Regia di Gennaro Nunziante vedi scheda film
Piaccia o non piaccia, Checco Zalone (al secolo, Luca Medici) è l'unico in Italia che smuove le masse e le porta nelle sale cinematografiche e i 50 milioni di incasso che questo "Sole a catinelle" ha fatto registrare ne è la dimostrazione lampante. Personalmente il suo modo di fare satira mi pare fastidioso e mai coraggioso (il fatto che ne abbia per tutti mi pare più una dimostrazione di "dovere" che non di una presa di posizione precisa) e mi sembra buono solo per gli sketch da 5 minuti a Zelig. In questo film, il solito protagonista ignorante e fiero di esserlo cerca di far vivere al figlioletto una vacanza da sogno per i risultati positivi avuti durante l'anno scolastico (e già l'assunto di trama è incoerente col personaggio) e riesce ad ottenerlo incontrando una ricca imprenditrice, che se lo porta con sè in giro per convegni e cene eleganti poiché Checco è riuscito a curare il mutismo selettivo del figlio di lei (altro assunto idiota). I tentativi comici più azzeccati sono quelli in cui vengono descritti i comportamenti regionali e più tradizionalisti, come la zia del Molise (che effettivamente è il personaggio più riuscito) mentre fallisce miseramente quando si tenta di parlare degli sfondi sociali e politici, presentando in maniera macchiettistica fabbriche che chiudono, imprenditori disonesti e altre cose in un indigesto minestrone. Fastidiosissimo il bambino, recitazioni troppo approssimative e solo a sprazzi divertente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta