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Il ricatto

Regia di Eugenio Mira vedi scheda film

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La recensione su Il ricatto

di FilmTv Rivista
6 stelle

Le luci sono tutte per Tom Selznick, il più talentuoso pianista classico della sua generazione, ma le ombre lo attanagliano ancora prima di calcare la scena: 5 anni prima ha sbagliato una nota, ha interrotto un’esibizione, si è ritirato; stava suonando lo spartito più complesso al mondo, poco conta per lui se soltanto un collega era riuscito a eseguirlo perfettamente. Oggi quell’uomo è morto, Tom è considerato il suo unico erede e spera che il suo volo si schianti prima di atterrare, pur di non affrontare la platea. La paura in palcoscenico trascende la paranoia e diventa angoscia palpabile quando Tom si trova un fucile puntato addosso: l’occhio rosso che gli accarezza lo smoking è la mira del cecchino che pretende l’eccellenza o la morte, ma è soprattutto la sintesi bruciante delle aspettative del pubblico. Esempio possibile di partitura metacinematografica in funzione di spartito musicale, divertissement a teatro in linea con l’assassino, Il ricatto è quello puntualmente, inconsciamente perpetrato dagli spettatori nei confronti dell’artista. Il volto di Elijah Wood è un grumo di note, congestionate dalla tensione, mescolate dal panico e infine sciolte dal sollievo della realtà («Il pubblico non sa mai se sbagli»). Gli echi hitchcockiani suonano come omaggi, i personaggi secondari caricaturali (l’amico col cellulare acceso) spiegano - se non si fosse capito - che non stiamo assistendo a una seriosa esibizione di talento.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 11 del 2014

Autore: Chiara Bruno

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