Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
Un cameo di Alessandro Benvenuti e una simpatica citazione della famosa scena del ristorante de “I laureati” è quanto di buono si può dire su “Un fantastico via vai”. Pieraccioni continua a volare bassissimo.
Dopo un decennio di film tutti uguali dove Pieraccioni insisteva nel regalare (letteralmente) a se stesso il ruolo dell'irresistibile piacione, giunto alla soglia dei 50 il Nostro decide finalmente di scrivere una sceneggiatura diversa e soprattutto di assegnare a se stesso un ruolo adeguato all'età. Questa resta però sfortunatamente anche l'unica buona nuova che ci porta “Un fantastico via vai”, un film dove in fondo tutti si vogliono bene e l'Italia è sempre e comunque il Paese più bello, pulito e armonioso dell'intera galassia. Belli sono i ventenni che prendono un cinquantenne in casa senza batter ciglio. Bella è l'amicizia che sboccia e fiorisce tra di essi. Bello è persino il razzista Panariello che dopo una delle più patetiche scene della storia del cinema da un giro copernicano e accoglie in casa il ragazzo (bello anche lui) di colore. Insomma, mi sa che quasi quasi Pieraccioni mi piaceva di più quando faceva sempre lo stesso film. Un punto in più per l'autocitazione, carina, della scena dalla fuga dal ristorante de “I laureati”. Cameo del redivivo Alessandro Benvenuti.
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