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Un fantastico via vai

Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film

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La recensione su Un fantastico via vai

di myHusky
4 stelle

Con la solita puntualità, a due anni di distanza da Finalmente la felicità torna Leonardo Pieraccioni con il suo undicesimo lungometraggio, Un fantastico via vai.
Per il suo classico appuntamento natalizio, quest'anno l'attore e regista fiorentino ha deciso di portare sul grande schermo una commedia favolesca, proponendo una serie di buoni valori che ben si addicono (o si dovrebbero addire) al clima festivo.

Arnaldo Naldi, quarantacinquenne impiegato in banca, è sul punto di rovinare il suo matrimonio: la moglie, Anita, non ne può più del suo essere perennemente indeciso e del suo non essere in grado di prendere una vera decisione nella vita. Quando la situazione precipita, Arnaldo si trova fuori di casa e senza una meta precisa, ma con la volontà di sfruttare questa circostanza per provare quello che non aveva mai potuto provare durante gli anni del suo matrimonio. Andrà così a vivere in un appartamento con quattro studenti universitari, ognuno con le sue problematiche: Camilla è incinta e non ha il coraggio di affrontare i propri genitori, Marco studia per diventare chirurgo ma ha paura del sangue, Edoardo, mulatto, è fidanzato con una ragazza il cui padre è un razzista e Anna che non riesce a rinunciare ai ragazzini molto più piccoli di lei e che non riesce ad avere contatti con il padre. 
Aiutando i quattro ragazzi, Naldi riuscirà a mostrare quella determinazione che in tutti questi anni aveva evitato.

Con il tentativo di dipingere la gioventù odierna e di proporre insegnamenti sui buoni valori e sulle grandi speranze, Pieraccioni realizza un film pasticciato che, proponendo i soliti contenuti, si allontana troppo dalla realtà e dalla quotidianità, per fare spazio ad un quadretto tanto idilliaco nei suoi principi quanto falso.
Un fantastico via vai è tutto giocato sulle apparenze: non c'è crisi, non ci sono reali problemi di coppia, non ci sono tradimenti e tutti i piccoli problemi sono destinati a risolversi. 
Per carità, infondere speranza e buoni valori, soprattutto in un periodo difficile come quello che oggi stiamo vivendo, è qualcosa di molto importante, ma questo non deve essere in contrasto con la credibilità dell'intero prodotto. Se tutto va bene e se tutti i problemi, grandi o piccoli che siano, si risolvono con così grande semplicità, niente è più realmente credibile. Insomma, vogliamo parlare dell'atroce e indifendibile sequenza finale?

Per quanto riguarda i così tanto difesi "buoni valori"?
Anche in questo caso, tutto appare tremendamente piatto e caratterizzato da un fastidioso ed eccessivo buonismo: non dubitare dell'amore dei genitori per i propri figli, fidarsi delle persone che amiamo e alle quali vogliamo bene e non sprecare il proprio tempo quando si è ancora giovani.
È evidente che una sovrabbondanza di insegnamenti morali così scontanti rende il tutto assai ridicolo e imbarazzante.

Purtroppo, non sono solo questi i problemi dell'ultima fatica (?) di Leonardo Pieraccioni. 
In Un fantastico via vai non si ride nemmeno: le uniche battute che riescono a strappare qualche sorriso sono quelle provenienti dalla coppia Marzocca-Battista (i due colleghi di Arnaldo) e dal ben poco presente Massimo Ceccherini (il padre di Anna).
La trama stessa, poi, si sviluppa un po' troppo frettolosamente, lasciando aperte o poco trattate certe situazioni o certi personaggi che sono stati inseriti solo per "arricchire" (?) la pellicola.

Un fantastico via vai, che per qualcuno sarà sintomo di cambiamento e di crescita, risulta, invece, un gran bel passo indietro rispetto alle altre produzioni di Pieraccioni.
Novantacinque minuti che passano velocemente e senza annoiare (forse l'unico merito del film) ma che ci restituiscono una commedia ben poco ispirata e falsa nei suoi principi, che non può essere salvata nemmeno dal solito garbo dell'attore fiorentino.

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