Regia di Kristian Levring vedi scheda film
Con una certa curiosità mi sono accostato al mio primo western danese, ma in realtà questo film non si discosta per stile e contenuti dal classico western americano che ben conosciamo.
Jon e suo fratello nella seconda metà dell’Ottocento emigrano dalla Danimarca all'Ovest degli Stati Uniti, in cerca di fortuna in quelle terre ancora selvagge e piene di opportunità ma anche di rischi. Sette anni dopo, la moglie ed il figlio raggiungono finalmente Jon nel West, per essere immediatamente travolta dalla violenza bestiale di quelle lande senza legge, in cui malviventi con parenti potenti ritengono di poter disporre a proprio piacimento della vita degli altri. La violenza, come si sa, scatena altra violenza, e in questo caso il fatto che l’assassino della famiglia di Jon sia fratello del boss fuorilegge locale Delarue non può non dar vita ad un susseguirsi di vendette e stragi di innocenti e non.
La piccola comunità locale ed il pavido sceriffo/prete nulla possono contro le angherie del sanguinario Delarue e della sua gang, che pretende impunemente "sacrifici umani" per riparare la morte dell’altrettanto crudele fratello, e spadroneggia senza che nessuno osi opporsi alla sua tracotanza, men che meno opporgli la forza della legge e dello Stato di diritto, completamente assenti ed impotenti di fronte alla violenza privata, in questo caso alimentata dalle nascenti compagnie petrolifere interessate ad acquisire i terreni della comunità per le loro estrazioni. Se non ci si può opporsi alla brutalità del prepotente, meglio assecondarla e venirci a patti per cercare di trarne opportunisticamente qualche vantaggio, come fa il viscido becchino. Sarà, al solito, la vendetta individuale di Jon l’unica forza in grado di opporsi a Delarue, ovviamente in un'orgia di sangue che travolgerà tutti, in cui solo l'eliminazione fisica del nemico può garantire la pace alla comunità, prima totalmente asservita ed infine vigliaccamente grata al suo “salvatore”.
Western dalla trama semplice classica, tutto incentrato sulla vendetta come unica forma di giustizia in una società dove la legge non riesce ad imporsi, temi da sempre fondamentali nel cinema western. Il regista non risparmia lo spettatore, sbattendogli in faccia tutta la brutalità della violenza più gratuita, ma sa anche rendere la bellezza poetica dei paesaggi, della polverosa cittadina e dei volti dei personaggi. Ottima la fotografia, originale soprattutto nelle scene illuminate da un'irreale argentea luce lunare.
Buoni gli interpeti soprattutto il protagonista Mads Mikkelsen (Jon), il credibile cattivo Jeffrey Dean Morgan (Delarue) ed Eva Green nel ruolo "silenzioso" della compagna del fratello di Delarue, muta perché da bambina gli indiani le tagliarono la lingua lasca indole una vistosa cicatrice sulla bocca, che trova il coraggio (della disperazione) per ribellarsi.
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