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Grand Budapest Hotel

Regia di Wes Anderson vedi scheda film

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La recensione su Grand Budapest Hotel

di Jamix
8 stelle

Wes Anderson, il favolista del ventunesimo secolo

 

Wes Anderson, Tilda Swinton

Grand Budapest Hotel (2014): Wes Anderson, Tilda Swinton

 

Al suo ottavo lungometraggio Wes Anderson si conferma come il migliore regista-cantastorie contemporaneo. Questo perché i suoi film non hanno pretese filosofiche, metafisiche, antropologiche. La sua narrazione non è caricata di sovrassensi trascendentali e la sceneggiatura non ha nessunissima voglia di iniziare ragionamenti metanarrativi che poi non saprebbe come continuare.

Wes vuole solo raccontare. Raccontare la storia di un concierge, anzi mi correggo, del Concierge più capace di tutta l'Ungheria. E non una storia di ordinaria amministrazione di un hotel ma un'avventura-mista-commedia, con i toni del grottesco e del secolare ma per nulla obsoleto whodunit.
Dopo una breve introduzione, durante la quale viene tratteggiata efficacemente la cornice del racconto (una sorta di mise en abyme, ovvero un racconto del racconto) e si dà una fisionomia piuttosto caricaturale ai protagonisti, il film s'immerge nella storia vera e propria, una storia immolata in tutto e per tutto all'altare della comicità. Il protagonista (Ralph Fiennes) si occupa con una solerzia quasi commuovente dell'hotel più lussuoso del paese e contemporaneamente intrattiene l'attività di gigolò d'alto bordo con le clienti più vecchie e facoltose, compresa la proprietaria dell'albergo (un'irriconoscibile Tilda Swinton). Quest'ultima muore - non si può dire precocemente - ma non prima di aver lasciato diverse copie del suo testamento. I parenti da bravi avvoltoi si radunano per spolpare la carcassa ma si rendono conto con grande disappunto che il quadro del "Ragazzo con mela" spetta al licenzioso concierge. Così inizia una lotta per il possesso del dipinto che come tutte le guerre richiede morti, sangue, complotti e un sicario (l'ancor-più-orribile-del-solito Willem Dafoe). La trama si dipana con la scioltezza di una novella del Decameron e prima che lo spettatore si sia reso conto di aver consumato i 99 minuti la storia giunge ad un termine tanto atteso quanto sorprendente.

Sta proprio in questo la perizia di Wes Anderson: senza sforzarsi troppo riesce a rendere stupefacenti sviluppi prevedibili, accettabili elementi paradossali, amabili scene raccapriccianti. E il bello è che lo spettatore non rimane per nulla sbigottito da questa continua metamorfosi di valori estetici, non più di quanto lo sarebbe un bimbo di fronte ad uno spettacolo di marionette. L' alone fiabesco che avvolge il film non è tuttavia creato unicamente dalla trama irriverente e dalla regia salace. Va fatta sicuramente menzione della fotografia dai toni seppiati, dalla luce talvolta soffusa talvolta chiaroscurale, nonché dell'interpretazione brillante degli attori.

 

Tony Revolori, Saoirse Ronan

Grand Budapest Hotel (2014): Tony Revolori, Saoirse Ronan

 

Proprio in merito a questi ultimi va detto che ci vuole una certa maestria a rendere vivi e tridimensionali personaggi che più che esseri umani ricordano quelle sagome contenute negli storyboard dei film d'animazione: solo per citarne un paio, il vampiresco sicario interpretato da Dafoe o lo zelante poliziotto immancabilmente impersonato da Edward Norton sembrano essere usciti più dal taccuino di un fumettista pazzo che dalla penna di uno sceneggiatore, eppure convincono e al tempo stesso divertono.

Come ogni buon film di Anderson che si rispetti, il cast è infarcito di moltissime stelle del cinema e lo spettatore può giocare a riconoscere tutti i cameo che appaiono nel film. Per i più pigri lascio una lista sommaria dei volti più familiari: Ralph Fiennes, Bill Murray, Jude Law, Owen Wilson, Tilda Swinton, Willem Dafoe, Adrien Brody, Léa Seydoux e Edward Norton.

A questo punto rimane una sola domanda: cosa avrà sborsato per convincere questa congrega di semidei a partecipare alle riprese del film, anche se solo per brevissimi istanti?

 

Grand Budapest Hotel (2014): Trailer ufficiale italiano

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