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Volare - La grande storia di Domenico Modugno

Regia di Riccardo Milani vedi scheda film

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La recensione su Volare - La grande storia di Domenico Modugno

di mm40
3 stelle

Gli esordi nel mondo dello spettacolo di Domenico Modugno, dai primi sketch radiofonici per la Rai ai piccoli successi musicali insieme all'autore Franco Migliacci, che hanno catapultato Modugno sul palco di Sanremo con Nel blu dipinto di blu, canzone trionfatrice al festival ed esportata rapidamente in tutto il pianeta.

 

Un uomo violento, manesco, profondamente misogino e al contempo impenitente donnaiolo, un bruto villano non molto istruito, testardo e pedante: il ritratto di Domenico Modugno che viene fuori da questa fiction non è precisamente agiografico, difficilmente si potrebbe parlare di 'omaggio' con questo Volare. Eppure senza ombra di dubbio quello sarebbe dovuto essere, nelle intenzioni degli sceneggiatori - la premiata ditta Rulli/Petraglia - e della produzione Rai che sta dietro al lavoro, naturalmente suddiviso nelle canoniche due puntate da cento minuti ciascuna per esigenze di messa in onda. Alla regia c'è Riccardo Milani, ormai sufficientemente esperto di prodotti per il piccolo schermo, per poter prendere in mano questo racconto in cui compaiono moltissimi personaggi celebri e numerosi momenti già immortalati dalle telecamere (come l'esecuzione, nel finale, di Nel blu dipinto di blu a Sanremo) o dalla folta aneddotica sul protagonista. Da ciò deriva quindi una certa predisposizione all'infiorettatura, un romanzare qua e là che è tipico peraltro dei lavori per la tv, percui giustificabilissimo; c'è però una preoccupante carenza di interpreti di apprezzabile livello sulla scena. A parte l'ormai inevitabile - bravo, ma inevitabile lo stesso - Beppe Fiorello, nel cast troviamo infatti Kasia Smutniak, Alessandro Tiberi, Federica De Cola, Cesare Bocci, Aberto Resti, Antonio D'Ausilio; a fare da contraltare alla rovinosa scelta di affidare il personaggio di Claudio Villa a Gabriele Cirilli (!) c'è perlomeno l'idea azzeccatissima di mettere Michele Placido nei panni di Vittorio De Sica. Il siparietto del primo incontro fra quest'ultimo e Fiorello/Modugno è il momento più divertente e fors'anche riuscito dell'intero film, innestato su ritmi, estetica e contenuti televisivi e perciò spesso patetico e sonnolento. Un'occasione persa, spiace soprattutto per le ottime firme in sceneggiatura. 3/10.

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