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Quella che avrei dovuto sposare

Regia di Douglas Sirk vedi scheda film

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claudio1959

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Quella che avrei dovuto sposare

di claudio1959
9 stelle

Eccellente melodramma di Douglas Sirk, il più grande regista di tutti i tempi,di questo genere di film, con il suo stile inconfondibile e nella direzione di tutti i suoi magnifici attori.

Barbara Stanwyck

Quella che avrei dovuto sposare (1956): Barbara Stanwyck

Fred MacMurray, Barbara Stanwyck

Quella che avrei dovuto sposare (1956): Fred MacMurray, Barbara Stanwyck

Quella che avrei dovuto sposare U.S.A. 1956 la trama: Clifford Groves è un industriale del giocattolo, vive e lavora a Los Angeles ha un buon matrimonio, con una moglie che ama Marion e tre figli, però si sente a ragione trascurato dalla moglie e poco considerato dalla prole. Quando Clifford incontra casualmente Norma Vale, in viaggio d’affari da New York, una sua vecchia fiamma, che era stata una disegnatrice alle sue dipendenze in passato, incomincia una frequentazione con la donna fino ad innamorarsi di lei, prende in considerazione l’ipotesi di lasciare la moglie per lei. La recensione: Questo dramma sentimentale è il rifacimento di “There’s Always Tomorrow” del 1934. Un melodramma appassionato e pieno di conflitti, girato da Douglas Sirk, con grande finezza ed introspezione psicologica di tutti i personaggi dai protagonisti fino alla grande caratterista già premio Oscar per “Furore” Jane Darwell, la signora Rogers, la governante di casa Groves. Sirk fu un grande autore di melodrammi sublimi fino al suo ultimo meraviglioso film “Lo specchio della vita” del 1959. Questo è addirittura migliore del suo originale, a volte succede che il remake lo batte. Il film rappresenta la piccola storia di una famiglia borghese come tante, un racconto semplice, ma ben sviluppato dal regista grazie anche al talento ed alla bravura dei suoi attori. Tris d’assi Fred McMurray e Barbara Stanwyck magici ed iconici protagonisti de”La fiamma del peccato” il noir più bello di tutti i tempi diretto da Billy Wilder nel 1944. Qui dodici anni dopo sono Clifford e Norma i due che si ritrovano e si innamorano, la moglie Marion interpretata in modo sublime da Joan Bennet nel ruolo della brava moglie dedita alla casa ed ai figli. Il film riesce a rappresentare alla perfezione, l’idea del tradimento e le sue recondite motivazioni, come un malessere che si insinua in un corpo sano, un virus d’amore profondo e coinvolgente oltre che distruttivo. Tutti hanno le loro ragioni, il dramma è sottile, ma non ci sono scene madri, tutto rimane sottotono e sottotraccia, tutti sono leggeri, e finemente eleganti, non alzano mai la voce e non ci sono scene madri. La consueta fotografia straordinaria di Russell Metty, un bn lucente e brillante, sembra un noir tanto è cristallino. Il dramma è girato con realismo ed eleganza formale, un film da rivalutare e far conoscere perché si tratta di un film di Douglas Sirk, che ha girato film eccezionali, ma anche opere come queste, che hanno resistito al passare del tempo conservando la loro fragranza e bellezza, un dramma sì, ma come già detto smorzato nei toni. Voto 8.5 Interpreti e personaggi Barbara Stanwyck: Norma Vale Fred MacMurray: Clifford Groves Joan Bennett: Marion Groves William Reynolds: Vincent Groves Pat Crowley: Ann Gigi Perreau: Ellen Groves Jane Darwell: signora Rogers

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