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Wrong Turn 5 - Bagno di sangue

Regia di Declan O'Brien vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Wrong Turn 5 - Bagno di sangue

di DeathCross
5 stelle

Come il predecessore ("Bloody Beginnings"), anche questo "Bloodlines" racconta eventi antecedenti il capostipite, e sempre col predecessore condivide regista (Declan O'Brien, autore anche del 3° capitolo, e finale negativo privo di speranza. 


Non brilla per chissà quali pregi e anzi bisogna dire che la sua natura direct-to-video è piuttosto evidente, specialmente nella fotografia (in certi punti quasi televisiva nell'uso delle luci). Inoltre, la scelta di un'agente (anzi, sceriffa) di polizia come eroina toglie molti 'punti di trasgressività' che un film Splatter, secondo me, dovrebbe avere. Però in fondo l'etica della sceriffa subisce un'operazione di smantellamento, specialmente alla luce delle numerose scelte a dir poco discutibili da lei compiute, come quella di aprire la portiera dell'auto dove è legato il marito senza accertarsi che non ci siano trappole, come una lama collegata alla portiera pronta a sventrare il malcapitato. Inoltre, nel finale, la sua ostinazione nel perseguire in modo maniacale i suoi presunti valori polizieschi la porterà inevitabilmente alla condanna e, di fronte alla scelta tra morire eroicamente tra le fiamme (dejà vu) e arrendersi ponendo fine alle proprie sofferenze poggiando il tallone per terra azionando, grazie ad un sistema di corde in stile "Saw", il proiettile che le spappolerà il cervelletto, la nostra deputy deciderà (saggiamente, secondo la mia umile opinione) di optare per il misericordioso "suicidio assistito". 
Chiusa la parentesi 'riflessiva' - ma ho il sospetto che questa riflessione non fosse contemplata dagli autori del film, e sia dovuta alla mia mania di cercare interpretazioni socio-politiche in qualsiasi opera più o meno artistica - andiamo a vedere altri punti di forza e di debolezza di questa pellicola. 

 

Sicuramente, più che i pregi, sono i difetti gli elementi più lampanti agli occhi dello/a spettatore/rice: a parte la presentazione di personaggi e situazioni mai più ripresi nel corso della narrazione (come l'aiuto-giornalista promossa a giornalista, o la scena inutile e vergognosa in cui una ragazzetta certamente disturbata decide di copulare con uno sbirro pur di ottenere uno sciocco lascia-passare), troviamo un make-up dei tre deformi e antropofagi fratelloni alquanto scadente (quando sentivo qualcuno che diceva "Bella maschera", mentalmente sottolineavo il termine maschera), la fotografia, specialmente nella prima metà, non è stata tanto curata, la tensione non riesce a farsi sentire (a parte qualche sequenza nel finale) e, soprattutto, il film nella sua complessità non riesce a rimanere molto impresso nella memoria. Il cast, infine, non brilla, se non per un solo elemento che poi andremo ad analizzare, per grandiosità attoriale e i rispettivi personaggi nel complesso risultano poco graffianti, e pure i tre redneck cannibali non sono così inquietanti come nei capitoli 1 e 4. 
Guardando invece gli elementi apprezzabili, dopo le fantasiose scene di Squartamenti vari (vero punto forte della saga, grazie anche all'adozione di trucchi artigianali), l'aspetto più encomiabile resta l'iconica interpretazione di Doug Bradley, noto volto barkeriano e qui protagonista di tutte le scene non-Splatter abbastanza memorabili del film. Maynard, questo il nome del personaggio interpretato dal fu Pinhead, è infatti un villain tanto detestabile quanto carismatico, e anche se in certi momenti si avvertono degli echi al dottor Lecter di Hopkins, in generale possiamo dire che da sola l'interpretazione di Bradley risolleva la qualità del film. 
Alcune trovate, inoltre, riescono ad essere simpatiche, come l'utilizzo della mano aperta di una vittima per indicare il 5 del titolo e le varuecitazioni (tra cui un eco all'"Antropophagus" di D'Amato, nella scena in cui ad una ragazza vengono fatte ingoiare le proprie interiora). 

Per il resto, la regia svolge dignitosamente il suo lavoro senza spiccare però nella personalità, e il cast mediocre è funzionale ai tipi di personaggi interpretati, ovvero carne da macello. 

Insomma, ci troviamo di fronte ad uno slasher pieno di sesso, droga & splatter, realizzato con discreto impegno e divertimento, indirizzato quasi esclusivamente agli/lle appassionati/e più accaniti/e del Cinema Sanguinolento. 
Un film (e, in generale, una saga) sicuramente non imperdibile, ma che può divertire e interessare, a patto che non si tenga troppo acceso il cervello (anzi, in certe scene è proprio meglio spegnerlo completamente).

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